JEAN BAUDRILLARD, PAROLE CHIAVE – ARMANDO, ROMA 2002

Quali sono i termini chiave che introducono alla filosofia di Jean Baudrillard, uno dei pensatori più originali e provocatori del postmodernismo? Li elenca lui stesso in questo piccolo volume, che non ha alcuna ambizione esaustiva, ma tenta di “traghettare” il lettore verso una proliferazione di concetti e di immagini continuamente in trasformazione, senza mai rivendicare un approdo definitivo. Una prospettiva dinamica, dunque, di collegamento e scambio tra le varie idee che hanno animato l’interpretazione filosofica del semiologo francese.

La prima delle quindici Parole-chiave presentate è quindi “l’oggetto”, fondamentale nella riflessione sul consumismo e sull’egemonia della merce nel mondo contemporaneo. L’oggetto si oppone al predominio assolutizzante del soggetto, rivendicando quasi una propria autonomia attraverso la sua immanenza concreta, immediata, non riducibile alla volontà o al desiderio umano: appaga e insieme inganna ogni aspettativa, si oppone a ogni relazione. Alla riflessione sull’oggetto, Baudrillard lega quella sul valore e sullo scambio simbolico, non più vincolati esclusivamente ai concetti economici e commerciali, bensì anche alla sfera – ormai prevalente ‒ dell’estetica, della comunicazione, della creatività, del gioco.

Qui entrano in discussione i termini che più hanno caratterizzato il pensiero del filosofo: la seduzione, l’osceno, il virtuale, l’aleatorio. Insomma, tutto ciò che sembra mancare di concretezza ma finisce per influenzare moltissimo il comportamento dell’uomo contemporaneo, legando le sue scelte ideologiche ed etiche alla soddisfazione del piacere, svincolandolo dal dominio necessitante della produzione e dell’accumulazione. Gioco, godimento, spettacolo, simulazione, rendono il reale più flessibile e meno coercitivo, superabile in un’iper-realtà che finisce per diventare dominante. La tecnologia rende il virtuale più “riuscito” e funzionante del reale: “La realtà virtuale, la quale è perfettamente omogeneizzata, numerizzata, si sostituisce all’altra perché è perfetta, controllabile e non contraddittoria”.

Le nuove tecnologie, pur caratterizzate dall’inumanità, finiranno per liberarci dal mondo dei valori, del giudizio, di ogni “pesante cultura morale e filosofica”? Spersonalizzati, epurati, ci dirigeremo verso un futuro non prevedibile e non controllabile, che potrebbe costituirsi come catastrofe o salvifica rinascita. In conclusione del suo dizionario, Baudrillard elenca appunto termini quali fine, caos, male, morte, in un raffronto metafisico e fatale tra Eros e Thanatos. Poiché la nostra cultura occidentale ha avuto “l’ambizione, l’esigenza e l’illusione di possedere il mondo, di analizzarlo per poi dominarlo”, patisce ora la minaccia di una sparizione, assorbita completamente dall’irrealtà del virtuale.

 

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5 febbraio 2018