ALBERTO BERTONI, LA POESIA – IL MULINO, BOLOGNA 2006

La poesia rimane oggi, secondo l’autore di questo interessante e documentatissimo volume La poesia  (Il Mulino, 2006), una «sacca di resistenza» dove «almeno un poco di umanità continua a preservarsi». Ovviamente, quando si parli di una poesia intesa come «un’esperienza di scambio tanto forte, non soltanto fra autore e lettore, ma fra inconscio e coscienza, mondo inventato e mondo reale, da non lasciare indenne nessuno degli elementi coinvolti, consegnandoli a un’esperienza di straniamento».

Poesia quindi come nutrimento dell’anima e della mente, illuminazione interiore, scardinamento delle proprie ossidate certezze: «arte di respiro plurimillenari» o a cui avvicinarsi «con una competenza umile e adeguata». Per questo è necessario confrontarsi con essa in primo luogo come lettori, attenti e concentrati, come fruitori capaci di rispettosa gratitudine verso questa miracolosa incandescenza emotiva, e solo in un secondo momento come produttori, autori consapevoli dei propri mezzi, del proprio bagaglio di abilità letterarie.
Se è vero che in Italia almeno due milioni di persone scrivono versi, e solo duemila leggono abitualmente poesia, ecco che Alberto Bertoni richiama a un impegno culturale costruttivo nel riscoprire una poesia che sappia essere, come deve, rivelazione di verità ed emozione. E lo fa senza ipocrite diplomazie, quando sferza la produzione poetica contemporanea italiana, e vede in essa «un’assenza quasi assoluta di nuovi testi capaci di rompere schemi e attese, in un contesto di aurea mediocritas almeno apparente dove le nuove scritture risuonano tutte impeccabili, calibrate, maledette all’occorrenza ma solo con misura, talvolta addirittura intercambiabili…». Torni quindi la nostra poesia a sapere rappresentare un mondo «abissale e inabissato», a evocare, a suggerire, a spronare nuovi risvegli.

 

© Riproduzione riservata         

www.sololibri.net/La-poesia-Alberto-Bertoni.html;      22 gennaio 2016