CAVARERO-SCOLA, NON UCCIDERE – IL MULINO, BOLOGNA 2011

La filosofa Adriana Cavarero e il Cardinale Angelo Scola si confrontano in questo volume dedicato al commento del quinto comandamento, Non uccidere, ovviamente ciascuno secondo il suo punto di vista, irriducibilmente laico la prima, fondato su millenni di tradizione religiosa il secondo. Entrambi citano con ammirazione Lévinas, la sua critica radicale alla violenza e la sua utopica fede nella possibilità di una pace originaria, basata sul rispetto verso l’unicità del volto dell’altro.
L’intervento di Mons. Scola è un dottissimo excursus storico-ideologico a partire dal concetto biblico di alleanza tra l’uomo e Dio, che comporta la decisione del credente «di stare nel patto e di vivere al cospetto della Presenza», ubbidendo non solo alla lettera veterotestamentaria, ma anche aderendo alla regola morale indicata da Gesù. Naturalmente i riferimenti sono Sant’Agostino e San Tommaso – che pure ammettevano la legittima difesa e la guerra giusta – , ma anche Ricoeur e Jonas, e dall’affermazione decisa dell’inviolabilità di ogni identità umana («questa gloria dell’essere, che è l’uomo») arriva a considerare le scottanti domande della contemporaneità riguardo all’aborto e all’eutanasia.
Con altrettanta veemenza e radicalità di opinioni gli risponde Adriana Cavarero, avvalendosi delle tesi di pensatori come Foucault e Arendt, Burkert e Girard, ma soprattutto proponendo una riflessione che partendo dall’ebraismo e dai greci ripercorre il significato dei termini vita-morte, della loro naturalità e irrimediabilità, con puntualizzazioni critiche sugli argomenti imprescindibili dell’autodeterminazione, della qualità dell’esistenza, dell’eliminazione degli embrioni congelati. Nel libro troviamo riferimenti all’istinto predatorio dell’uomo, alla sua distruttività (Klein, Freud, Lorenz), con un’apertura utopistica verso una «femminilizzazione» dell’umanità, in cui possa prevalere una cultura della nascita su quella della morte, capace di scalzare l’io dal suo sogno narcisistico a vantaggio delle funzione etica e ontologica del “tu”.

 

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www.sololibri.net/-Recensioni-di-libri-.html      5 febbraio 2016