GIAMPIERO COMOLLI, UNA LUMINOSA QUIETE – MIMESIS, MILANO 2012

I quattro brevi saggi compresi in questo piccolo libro di Giampiero Comolli, pubblicato da Mimesis nella collana che raccoglie i testi dell’Accademia del Silenzio, sembrano volersi superare l’un l’altro in un crescendo di profondità testimoniale e di intensità emotiva: con l’intenzione dichiarata, comunque, di offrire al lettore le riflessioni più coinvolgenti sulla natura e i vari significati del tacere, e sui percorsi che nei millenni la filosofia, la religione, la mistica hanno proposto all’umanità per conquistare la pace interiore, e un contatto diretto con l’alterità (sia essa indicata come Dio, come Assoluto o come Vuoto). Nel primo saggio Comolli indaga i modi in cui la cultura contemporanea si rappresenta il silenzio: «metafora di marginalità sociale, solitudine, incomprensione, depressione», laddove solo la chiacchiera e il rumore diventano sintomi di vitalità e successo. Proprio al silenzio invece dovremmo attribuire la missione e l’obiettivo di una rifondazione sociale e di rinascita individuale. Tacere acquista allora «una dimensione propositiva», rigeneratrice, offrendosi nella sua inerme nudità e nella sua capacità di ascolto, di non sopraffazione, di pacificazione.  Via del silenzio come pratica di pace è infatti il titolo del secondo intervento; mentre il terzo approfondisce la differenza tra silenzio cristiano e silenzio buddhista, tra Gesù che tace nel deserto per permettere al Dio cristiano di far sentire forte la sua voce, e Buddha che arriva all’illuminazione nella foresta, tra le mille voci assordanti della natura, acquietate però nell’intimo della coscienza e della mente silenziosa. La preghiera da una parte, il Nirvana dall’altra. Nell’ultimo saggio Comolli suggerisce una pratica laica di meditazione, di concentrazione psicofisica, che aiuti, attraverso un’attenta presenza mentale, a raggiungere la «luminosa quiete» cui tutti aspiriamo.

 

«Accademia del Silenzio», 16 dicembre 2013