GIORGIO FALCO, LA COMPAGNIA DEL CORPO – DUE PUNTI, PALERMO 2011

In questo racconto lungo di Giorgio Falco (1967), La compagnia del corpo, due sembrano i sentimenti che affiorano dal narrato: la crudeltà e l’indifferenza. Ambientato in un paese immaginario della periferia milanese, Cortesforza, già scenario di altri racconti e romanzi dell’autore, vede come protagonisti principali due fidanzati ventenni, Alice e Diego, anonimi e banali a prima vista (simili nelle scelte/non scelte esistenziali, nel carattere apatico e nell’esibita ignoranza): in realtà animati da un rancore feroce e inespresso nei confronti dell’ambiente in cui vivono – genitori, amici, realtà urbana – e di sé stessi. Diego, poco presente e individualizzato fino alle pagine conclusive, lavora come dipendente del padre, proprietario di una ditta metalmeccanica. È frustrato, privo di ambizioni e di interessi che esulino dal sesso con la sua ragazza e dai ritrovi serali con un gruppo di sfigati. Alice è scolpita con maggiore rilievo, e non solo a causa della sua imponenza fisica: ossessionata dai suoi cento chili, soffre di bulimia dall’infanzia, famelica divoratrice delle merendine di cui suo padre è venditore per una grande azienda dolciaria. Vive con la madre in una villetta a schiera di un quartiere nuovo, spopolato e malinconico: i suoi rapporti con i genitori, separatisi subito dopo l’acquisto nella casa, sono freddi e formali. Alice passa le sue giornate a letto, a pesarsi sulla bilancia, a confrontarsi con l’amica Fede detta “Mucchietto” perché pelle e ossa, e a portare fuori la cagnolina Lucy, salvata dal canile comunale. Proprio nella descrizione del canile e del processo produttivo delle merendine di cui si nutre la ragazza, la prosa di Falco si fa particolarmente attenta e perspicace, nel sottolineare i due caratteri distintivi del racconto: la crudeltà nel trattamento degli animali e delle persone, l’indifferenza a qualsiasi scrupolo etico, a qualsiasi sfumatura di solidarietà umana.

Sono i presupposti da cui nasce l’episodio, imprevisto e terrificante, che offre una svolta alla storia. Diego e Alice trascorrono un pomeriggio domenicale nel capannone industriale del padre di lui, sorvegliato da un doberman, portandosi dietro Lucy. Dopo un amplesso svogliato, “sussultorio, amatoriale aritmico, dilettantistico”, per scherno o idiozia tentano di far accoppiare la bastardina con il doberman, quindi irritati dal continuo abbaiare di lei, la ammazzano a sprangate, appendendola a una trave dell’officina, filmandosi a vicenda col cellulare nelle sevizie, per poi gettare il corpo ridotto a poltiglia della cagnetta in un fosso. Fin qui il racconto, esposto con frasi secche e concise, prive di partecipazione emotiva, a indicare il distacco quasi disgustato dell’autore dalla vicenda. Ma ecco che nelle ultime pagine, viene riportato un verbale dei carabinieri in cui i due fidanzati sono accusati del reato di maltrattamento e uccisione di animale, sulla base di una denuncia anonima sporta da qualcuno cui era stato mostrato il video come un trofeo.

Giorgio Falco rivela in conclusione di essersi ispirato a un fatto realmente accaduto in provincia di Pordenone nel 2009: riporta i nomi dei protagonisti citati dai media internazionali e le reazioni del mondo, dapprima scandalizzate, poi disorientate, infine sbadatamente noncuranti. Crudeltà e indifferenza, appunto.

 

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https://www.sololibri.net/La-compagnia-del-corpo Falco.html     29 maggio 2018