LO STRANIERO BENEVOLO

Il sole arancione si posa sui fiori
di un piccolo giardino della mia patria. Qualcuno
abbrustolisce qualcosa al piano terra. E’ una sera
di sabato. Forse non ci saranno più guerre.
Così lungo i canali d’una città della Cina
dove con molta calma si chinano i salici, filano
carpe e all’odore di miele dei fiori d’ottobre
va fumo da teglie di corti e osterie,
sono tornato una sera nel popolo
quieto infinito nel polverio di scarlatto
e come ora qui, benevolo amico io straniero,
ho detto grande il mondo, invincibili gli uomini.

 

VICE VERIS

Mai una primavera come questa
È venuta sul mondo. Certo è un giorno
Da molto tempo a me promesso questo
Dove tutto il mio sguardo si fa eguale
Ai miei confini, riposando; e quanta
Calma giustizia nel pensiero è in fiore
Quanta limpida luce orna il colore
Delle ombre del mondo. Ora conosco
Perché mai degli inverni ove a fatica
Si levò questo esistere mio vivo
M’è rimasto quel nome, che mi scrivo
Su quest’aria d’aprile, o sola antica
E perduta e oltre il pianto sempre cara
Immagine d’amore mia compagna.

 

Franco Fortini (1917-1994)