DICO CHE ARRIVERAI

Dico che arriverai da un lungo treno del mattino.
E devo voltarmi a ogni socchiudersi di porta
se non sia tu – o trasalire allo squillo uguale
a ogni altro se mai non fosse la tua voce
dall’altro capo a parlare, immaginarmi
rispondendo nel tenore convenuto
che a tutti indifferenza significhi e a te
invece: dove sei, mio amore, mio benvenuto?
Quale dei lunghi treni ti porterà?
Quale dei lunghi treni ti avrà portato?

Ho guardato l’ora all’orologio sul muro.
Ho aspettato lo squillo già
scusato come e perché non hai potuto chiamarmi,
ho pensato: e pensare che ero qui sola.
Brevi minuti ancora mi restano per supporre
il tempo che tu raggiunga la strada della mia casa
e un suono di citofono a questi miei inferi emerga
definitivo come un lieto annuncio di morte…
Ti scambieranno per uno come un altro – ho scherzato.
Arriverai domani se oggi non sei arrivato.

                                                               Giovanni Giudici (1924-2011)