GUIDONI-MATTEO, LA VERTIGINE DEL LIMITE – IL MARGINE, TRENTO 2016

Umberto Guidoni (noto al pubblico non solo come astronauta e scienziato, ma anche come divulgatore, presenza qualificata in numerose trasmissioni televisive) e il teologo Armando Matteo (professore all’Università Urbaniana di Roma) si confrontano, ne La vertigine del limite della casa editrice trentina Il Margine, sui problemi etici e culturali relativi alla conoscenza e all’azione umana. Fino a che limite possiamo spingere la nostra ricerca scientifica, il desiderio di sfidare le leggi naturali, la volontà di metterci alla prova: quando è giusto arrenderci alla nostra inadeguatezza, rassegnandoci alla fragilità costitutiva del nostro essere?
Nella stimolante prefazione di Milena Mariani si sottolinea il duplice significato dato alla parola “limite”, che può essere interpretata negativamente o positivamente, nel senso di proibizione, sbarramento oppure di confine, soglia da varcare. Davanti a qualsiasi limite siamo presi da una sorta di vertigine, determinata da paura o dal fascino della trasgressione, dalla consapevolezza della nostra impotenza o dalla brama di onnipotenza. Si tratta di sensazioni ambivalenti che spesso coesistono in noi: ad esse danno voce i due interventi di Umberto Guidoni e Armando Matteo.

Il primo ci comunica, in poche pagine di alta tensione e sensibilità poetica, le sue Emozioni di un viaggio oltre il limite: quando, nel 2001 partecipò a bordo della navetta Endeavour (“un colossale uccello bianco”) all’assemblaggio della Stazione Spaziale Internazionale, assaporando “una sensazione di libertà e leggerezza” nell’allontanarsi a velocità prodigiosa dalla terra, e osservando dal buio cosmico il nostro pianeta azzurro e lontanissimo, così fragile nella sua bellezza e unicità, di cui spesso non riusciamo a essere abbastanza consapevoli. Umberto Guidoni in poche righe finali comunica al lettore non solo il suo orgoglio di essere riuscito a superare un limite, sia come individuo sia come membro della collettività: ma anche la certezza che l’umanità sarà in grado nel prossimo futuro di padroneggiare tecnologie evolute che le permetteranno di dirigersi nell’esplorazione dell’infinito. Più ancorato Al limite, e non solo nel titolo, è il saggio del teologo Armando Matteo, convinto che l’uomo non abbia il diritto di arrogarsi il dominio della natura, lasciandosi attrarre dal mito della superabilità del già realizzato, della perpetua perfettibilità del progresso, dell’ansia di creare continuamente nuove opportunità di sviluppo. Così infatti perdiamo il senso del limite, varcando il confine della hybris che ci pone al di là dell’umano. Può essere solo la consapevolezza della vulnerabilità del nostro corpo a riportarci alla ragione: malattia, sofferenza, vecchiaia, handicap ci riconducono alla nostra condizione di creature finite, aiutandoci a superare il miraggio esteriore del successo, dell’efficientismo, della giovinezza eterna, della forma fisica. Inoltre, nella visione cristiana dell’esistenza che è propria di Armando Matteo, sarà la preghiera che può indurci ad accettare umilmente i nostri limiti: finitezza, precarietà, mancanze.

Il libro si conclude con un confronto, in cui i due autori vengono invitati a esprimersi su come il concetto di limite abbia inciso nella loro vita professionale, nelle loro scelte etiche, nei rapporti con l’ambiente e il prossimo. Essendo entrambi abituati a confrontarsi con le domande eterne sul destino e sui doveri dell’uomo, le loro riflessioni risultano meditate e arricchenti anche nelle differenti prospettive e motivazioni.

 

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www.sololibri.net/vertigine-limite-Guidoni-Matteo.html     25 ottobre 2017