MARILENA LUALDI, L’IMPORTANZA DI ESSERE SECONDI – NOMOS, BUSTO ARSIZIO 2012

La giornalista varesina Marilena Lualdi dedica questo interessante volume, dal titolo accattivante e con un sottotitolo esemplificativo (Storie di eroismo e non solo), ai personaggi – della storia e della cronaca – che, nonostante il loro coraggioso dispiego di generosità e impegno, non sono riusciti a salire sul podio più alto, rischiando eternamente l’oblio, l’irrisione, o addirittura un velato e sarcastico sentimento di superiore sufficienza. Così il libro si rivolge idealmente alla sensibilità di quei lettori che rimangono emotivamente coinvolti dal destino di immeritata sconfitta di chi ha combattuto contro una sorte maligna, o contro l’inganno e la furbizia, o semplicemente contro la forza e la bravura del vincitore: «ci coinvolge la vicenda di chi ha dato tutto (o quasi) inutilmente». Le storie narrate dall’autrice spaziano geograficamente e cronologicamente attraverso epoche e continenti diversi, talvolta lambendo memorie e avventure personali, ma sempre manifestando un coinvolgimento affettivo nella descrizione delle speranze e delle delusioni dei protagonisti, in una prosa elegante e concreta, puntuale e comunicativa. Il primo capitolo, senz’altro il più commovente e ispirato del volume, narra l’impresa tentata nel 1911 dall’esploratore scozzese Robert Falcon Scott, il romantico sognatore che tentò di raggiungere l’Antartide «in uno scenario intrappolato dal gelo», insieme a quattro eroici compagni, «in cerca delle uova dei pinguini imperatore», per aiutare la scienza nella definizione della scala evolutiva indicata da Darwin. Per arrivare al Polo Sud, Scott impiegò settantanove giorni, mentre al suo rivale Amundsen ne bastarono solo cinquantadue, grazie a una più pragmatica programmazione del viaggio. Scott e i compagni morirono tutti congelati sulla strada del ritorno, “secondi” per la storia, e sconfitti: ma consapevoli di aver tentato una nobile impresa, e di aver combattuto con sforzo e dedizione la battaglia più ardua contro l’ostilità della natura, la debolezza fisica e le proprie paure. Un altro, notissimo “secondo” della storia britannica fu Giovanni Senza Terra, della dinastia dei Plantageneti; ultimogenito di Enrico II, a lungo in ombra rispetto alla statura gigantesca del fratello Riccardo Cuor di Leone, fu protagonista di vicende crudeli e complesse, di vendette, odi, passioni e tradimenti, in una esasperata ribellione contro la storia e il destino. Quante altre vite e lotte Marilena Lualdi sa raccontare, di personaggi “secondi” nell’amicizia devota a figure più elevate di loro, come il biblico Gionata vissuto all’ombra del mitico re Davide, o Ron che fa da spalla a Harry Potter. E ancora le tante donne eccezionali schiacciate dal confronto ingeneroso con altre donne (Maria Stuarda da Elisabetta I), o con i propri amanti (la fiera ed eccezionale Eloisa dal più prudente Abelardo): o le tante eroine quotidiane appartenenti al popolo che lavora, e stenta, e manda avanti le cose del mondo, e per cui Santa Teresa di Lisieux scrisse: «In Cielo, Dio saprà ben mostrare che i suoi pensieri non sono quegli degli uomini, perché allora le ultime saranno le prime». E come numerosi sono stati i “secondi” in tutti gli sport, dal calcio alla scherma al tennis, fino alle discipline meno seguite e pubblicizzate; quanti silenziosi eroi nella musica, che non hanno saputo catalizzare l’entusiasmo del grande pubblico, nonostante il loro formidabile talento. Quanti “lati B” nei 45 giri che alla fine hanno surclassato le canzoni destinate dai discografici al successo maggiore. E infine, quante notizie minori, di secondaria importanza, nei giornali e nei media, che sarebbero state degne di ben altro interesse ed ascolto da parte di occhi ed orecchie più attenti. Ma, come dicono le Scritture sottolineando il rilievo della pietra scartata dai costruttori che diverrà testata d’angolo, «Forse l’importante è sapersi vedere, sapersi pensare, al margine dell’inquadratura. Sapendo che l’immagine non rimarrà fissa e che vista da un altro punto di vista potrebbe portarci in primo piano». Così suggerisce il prefatore del volume, Giuseppe Battarino: così invita a sperare la bella foto di copertina, con l’esile nuotatrice pronta a tuffarsi e a gareggiare qualunque sia l’esito della gara.

 

«Leggere Donna» n.160, luglio 2013