JOSEPH MALÈGUE, NOEMI – CASTELVECCHI, ROMA 2016

Lo scrittore cattolico francese Joseph Malègue (1876-1940) scrisse nel 1939 questo smilzo libriccino per celebrare la vita inconsapevolmente (e quindi tanto più meritatamente) santa di una giovane donna sua contemporanea, Mademoiselle Noemi L.
L’editore romano Castelvecchi pubblica questo che potremmo definire martirologio con il titolo Noemi. Una ordinaria santità, mentre l’ originale suonava Celle que la grotte n’a pas guérie.
Si tratta della narrazione, lirica e garbata, dell’infelice esistenza di una ragazza, Noemi appunto, figlia di una laboriosa e tenace sarta, che lavorava come modista in un grande magazzino. «Fine, delicata, un po’ segreta… aveva una cert’aria calma», non si curava dei numerosi pretendenti, accontentandosi della sua quotidianità banale e riservata, e godendo dell’amicizia fedele di una sua vicina, Jeannette. «Un giorno successe che M.elle Noemi cadde ammalata». Con queste scarne parole Malègue ci rende partecipi del destino tragico della ragazza, condannata da un male devastante e progressivo a vivere rattrappita e immobile nel suo letto, in un «disperato sprofondamento di quello che lei chiamava ‘il suo buio’».

Visitata da colleghe e dame farisaicamente caritatevoli, da sacerdoti imbarazzati e distratti, Noemi si rassegna presto al suo lento spegnersi senza ribellarsi. Alla morte improvvisa della sua mamma, l’amica Jeannette le promette un’assistenza ancora più assidua e attenta.
Un vecchio parroco le fa leggere un versetto dell’Imitazione di Cristo: «Se volete che io sia nella luce, siate benedetto; se volete che io sia nelle tenebre, siate ugualmente benedetto». Illuminata da queste parole, Noemi comprende che le si chiede semplicemente «di vivere nel presente, di accettare di non conoscere come sarebbe finita l’ora, di consentire che la paternità di Dio, che non rivelava il suo mistero, la dispensasse dal prevedere per conto proprio e prevedesse invece lei al suo posto».

Convinta a recarsi a Lourdes con la speranza di una miracolosa guarigione, proprio lì Noemi si spegne, ma dopo aver compreso, come in un’improvvisa illuminazione, che in qualche modo a lei – come a tutti – era stata offerta un’occasione personale, a misura della sua anima: «Sapeva di non avere neppure bisogno di recitare da sola delle preghiere vocali, che tutto pregava attorno a lei, in lei, per lei, che lo stesso suo riposo era una preghiera, che doveva soltanto aggiungere il suo piccolo respiro di malata all’enorme respiro delle preghiere».

 

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www.sololibri.net/Noemi-ordinaria-santita-Malegue.html       28 maggio 2016