ERNEST RENAN, VITA DI GESU’ – NEWTON COMPTON, ROMA 2012

Papa Wojtyla sospese dall’insegnamento nell’università di Tubinga il teologo Hans Küng che, con il grande successo di pubblico ottenuto dal suo libro Dio esiste?, si era reso portavoce di una forte critica alle teorie ufficiali vaticane. Un destino analogo, e di ben più ampia rilevanza, ebbe Ernest Renan, che nel 1863 venne revocato dalla Cattedra al Collège de France per il clamore suscitato da un suo libro considerato eretico Vita di Gesù. Renan nacque a Treguier nel 1823, e molto giovane si indirizzò verso studi religiosi al Seminario di San Sulpicio, a Parigi. Non prese però la veste talare, già tormentato da dubbi circa la veridicità della lettura canonica dei testi sacri. Filologo, studioso di lingue semitiche, mantenne per quindici anni la cattedra universitaria di lingua ebraica, viaggiando in Palestina e dedicandosi a pubblicazioni specialistiche. Quando ormai la sua fama era consolidata, pubblicò questa Vita di Gesù, che doveva far parte di una più vasta storia del cristianesimo. La curiosità, lo scandalo che l’opera sollevò furono superiori a quello provocato dalla Madame Bovary di Flaubert, anch’essa messa all’indice. Quello che la gerarchia ecclesiale e la cultura ortodossa francese non perdonavano a Renan, era di aver applicato rigorosi metodi scientifici (confronti filologici, studio delle incongruenze tra i Sinottici e il Vangelo di S.Giovanni) a verità rivelate e indiscutibili. Di avere cioè sottoposto a indagine critica e razionale ciò che si doveva accettare per fede e ubbidienza. Per Renan, convinto della giustezza del suo metodo, fu soprattutto una questione di coerenza intellettuale condurre l’esame dei testi alle estreme conseguenze: «Io vedo queste contraddizioni con un’evidenza così assoluta, che ci scommetterei sopra la mia vita, e anche la mia eterna salvezza».

La Vita di Gesù, che Oscar Wilde definì «un incantevole Vangelo secondo San Tommaso», ripercorre l’esistenza del personaggio storico di Cristo, rivelando l’humus culturale in cui si era formato, riscrivendo quale tipo di rapporti lo legava al suo ambiente, alla famiglia, ai discepoli. Senz’altro inaccettabile parve ai denigratori di Renan la sufficienza con cui egli sottovalutava il miracolistico e il soprannaturale in genere nella vicenda umana di Gesù, definendo Cristo «taumaturgo per forza», rifiutando anche la resurrezione come prodotto «della passione di un’allucinata». Renan fu un biografo laico innamorato del disegno umano, sociale del suo eroe, e si lasciò affascinare dalla follia mistica, dalla sete di giustizia e di luce di Gesù, al punto di riscriverne la vita tenendo conto solo della sua utopia terrena.

 

© Riproduzione riservata       www.sololibri.net/Vita-di-Gesu-Ernest-Renan.html      16 ottobre 2015