LUCA VAGLIO, CERCANDO LA POESIA PERDUTA ‒ MARCO SAYA, MILANO 2016

Il giornalista Luca Vaglio, autore di alcuni volumi di poesia e di inchieste letterarie, ha pubblicato un breve saggio esplorativo sulla rilevanza della poesia nella cultura italiana attuale: la sua produzione e il suo consumo, la diffusione e l’incidenza delle vendite nel mercato editoriale, il prestigio e l’interesse che ancora conserva la scrittura in versi. I dati raccolti sembrano addirittura allarmanti: solo lo 0,60 del settore librario (per un totale di circa 7.000.000 di euro di fatturato annuo) è occupato da libri di poesia, per lo più di autori stranieri considerati “classici” (Neruda, Rilke, Eliot, Salinas…); i poeti italiani contemporanei sono pressoché ignorati anche dal pubblico con formazione universitaria; il calo dei lettori e fruitori di questo genere letterario sembra costante e irreversibile.

Quali possono essere i motivi alla base della marginalizzazione della poesia, che pure nel nostro paese ha goduto in passato di una collaudatissima tradizione celebrativa? Vaglio ne elenca alcuni, tratti sia da considerazioni personali, sia da apporti critici e interviste con studiosi e docenti. In primo luogo, quindi, il fatto che il mandato sociale per secoli demandato alla scrittura in versi sia stato raccolto dalla canzone rock e pop, capace di raggiungere pubblici più vasti e indifferenziati, esprimendo emozioni comuni in maniera meno criptica ed elitaria. Non è un caso che lo scorso anno il Nobel sia stato attribuito a Bob Dylan, e che i Beatles e gli U2 siano conosciuti e imparati a memoria universalmente, a differenza di quanto avviene per i poeti.

Inoltre, la poesia moderna è spesso autoreferenziale e narcisistica, tende a esprimere la soggettività di chi la scrive più che a farsi portavoce di un sentire collettivo, utilizzando ancora troppo spesso stili lirici ed elegiaci, piuttosto lontani dal parlato. La ricezione del linguaggio poetico, più ricercato e sperimentale rispetto a quello quotidiano, richiede poi particolari competenze linguistiche e culturali, che certo non vengono approfondite dagli attuali programmi scolastici. Infine, il proliferare di blog e pubblicazioni a pagamento, di spettacoli di improvvisazione attraverso cui chiunque si può auto-definire poeta e rivolgersi a una cerchia ristretta ma gratificante di fruitori-conoscenti, rischia di confondere il pubblico, incidendo negativamente sulla qualità dei testi prodotti.

Quindi, per La poesia ai tempi di internet – titolo del primo dei due saggi che compongono il volume – sembrano prospettarsi tempi difficili: ne dà fede anche il secondo intervento, che trascrive una conversazione con Paolo Giovannetti, Professore di Letteratura italiana allo Iulm di Milano. Autore di un libro sulla metrica pubblicato da Carocci nel 2010, Giovannetti considera la produzione in versi contemporanea troppo concettualizzata, fondata su teorie critiche spesso ideologizzanti che la precedono o la accompagnano, richiedendo così abilità interpretative che non molti utenti possiedono. Si tratta di una caratteristica comune anche ad altre attività artistiche: cinema e pittura, quando non si rivolgono a un pubblico popolare ma lavorano in una nicchia di ricerca, richiedono nei fruitori conoscenze specifiche. Oltre a ciò, avendo sostituito a forme metriche rigide il verso libero, la poesia moderna si è trovata meno vincolata e difesa dalla tradizione, e più esposta a un’ambiguità formale, definendosi come «un macrogenere dentro il quale convivono esperienze diversissime… in una condizione babelica». Cinque le tendenze metriche individuate dal Professor Giovannetti nella produzione poetica odierna: esse giocano sugli accenti o sull’innovazione degli endecasillabi, utilizzano versi nominali o discorsivi, a volte privilegiano forme prosastiche. La vera novità sembra però poter arrivare dai rapper e dagli slammer, gli unici in grado di recuperare una dimensione orale e performativa del fare poetico, catalizzando nuovi interessi ed entusiasmi.

 

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https://www.sololibri.net/Cercando-la-poesia-perduta-Vaglio.html                 10 gennaio 2018