GÜNTHER ANDERS, AMARE. IERI – BOLLATI BORINGHIERI, TORINO 2004

Una sorta di diario steso in tre anni (dal 1947 al 1949) vissuti da Günther Anders nell’esilio newyorkese, per salvarsi dalla persecuzione nazista. Da incontri casuali, lezioni universitarie, riflessioni sull’arte e la letteratura, discussioni con amici e intellettuali, ma soprattutto da riflessioni personali (spesso angosciate o addirittura risentite) il filosofo tedesco trasse una metodologia antidogmatica di pensiero, “segnata dal rifiuto di ogni vincolo mondano e trascendentale, di ogni mito di progresso, di ogni pathos ontologico, di ogni falsa socialità”, come commenta nella postfazione a questo volume Sergio Fabian. Isolato, controcorrente, moralista, libertario e paradossale, Günther Anders anche in questi appunti occasionali e talvolta poco obiettivi, si mostrava radicalmente critico nei riguardi della modernità, intesa come acquiescenza al conformismo, ignavia, superficialità. La sua indagine contrastava polemicamente la negazione del sentimento, come è stata indotta dalla cultura pseudoscientifica e tecnicistica del ‘900, a parole indirizzata verso la liberazione delle coscienze e dei comportamenti umani, in realtà volta ad irretire soggetti inconsapevoli, rendendoli docilmente sudditi. Da un secolo viviamo, secondo Anders, in un universo eterodiretto, presi in giro da chi vuole distoglierci dalla storia, chiudendoci in un egotismo esibizionista. Espressioni di fuoco sono quindi riservate alla psicanalisi, “megafono delle potenze conformanti”, che vuole renderci tutti sani, vitali, efficienti, privi di complessi, ben funzionanti nella sessualità e nella produttività: togliendoci mistero e delicatezza, attenzione per l’altro e tenerezza: “Non c’è più alcun buco della serratura, perché non c’è più bisogno di chiavi. Non c’è più bisogno di chiavi, perché non c’è più la porta. Non c’è più la porta, perché la camera buia di ieri è oggi uno spazio come un altro”. Questo scriveva nel 1950. Fosse vivo oggi, tra grandi fratelli e isole dei famosi…

IBS, 17 luglio 2014