PAUL CLAUDEL, L’ANNUNCIO A MARIA – RIZZOLI, MILANO 2001

Di uno dei maggiori autori cattolici del novecento, Paul Claudel (1868-1955), questo testo teatrale scritto nel 1912 rimane forse ancora il lavoro più noto. Si tratta di un dramma in quattro atti, ambientato nel tardo medioevo, in cui agiscono sei personaggi legati tra loro da vincoli familiari o affettivi. Il padre-patriarca, Anna Vercors, tanto religioso da abbandonare per anni il suo ruolo di capofamiglia per fare un pellegrinaggio in Terrasanta; la madre Elisabetta, piuttosto meschina nella mentalità e nei comportamenti; le due figlie: la dolcissima, bella e ingenua Violaine e l’invidiosa e caparbia Mara, che finirà per uccidere la sorella per gelosia. Poi c’è un fidanzato conteso, Giacomo, e un artigiano di nobili sentimenti che si ammala di lebbra per guarire insperatamente grazie alla sua fede. L’intreccio che si sviluppa tra i protagonisti si anima di improvvise rivelazioni e incredibili colpi di scena: morti e resurrezioni, miracoli e tradimenti, amori e ribellioni, tutti raccontati con entusiastico fervore, ma anche con il didascalismo e la sentenziosità che sempre contraddistingue la scrittura dei convertiti quando ambiscono a convertire i lettori. Don Luigi Giussani ha scritto la prefazione all’opera in termini di assoluto ed estatico rapimento: «… la più bella scena d’amore che sia mai stata scritta… una delle opere più grandi che siano state scritte nel Novecento… Queste pagine contengono l’ideale di tutto… Questo dramma è pieno di corrispondenze, di simmetrie; non c’è una parola che non corrisponda a un’altra dopo; è bellezza senza fine». Per concludere: «L’Annuncio a Maria è l’invito a stare al proprio posto nel mondo e questo non può non passare attraverso la croce, ma dalla croce alla risurrezione, non nell’aldilà, ma qui». A un occhio laico, tuttavia, il lavoro oggi appare datato e piuttosto farraginoso. Persino un cattolico come Carlo Bo scriveva nel 1936 a proposito di Claudel: «I suoi testi sono come delle preghiere lontane e inutili».

IBS, 27 aprile 2016