MAURIZIO CUCCHI, LA TRAVERSATA DI MILANO – MONDADORI, MILANO 2011

Questa del poeta Maurizio Cucchi è davvero una lunga traversata, compiuta materialmente a piedi, e mentalmente e sentimentalmente attraverso una serie di visioni, ricordi, cognizioni che riemergono alla coscienza dell’autore e alla incuriosita consapevolezza del lettore. Di cui Cucchi sa stimolare sapientemente lo stupore e la partecipe simpatia. Milano,quindi, la più europea e vitale delle città italiane: esplorata nei suoi mille volti e luoghi, in storie ufficiali e memorie personali, in minuziose ricostruzioni storiche e ammirate celebrazioni artistiche. Cucchi se ne fa cantore e paladino, così confessando: “Soffro ogni volta che sento parlare male della mia città. Soffro perché me ne considero un modesto dettaglio, come la panchina di un parco, il bancone di un bar, o il sedile di un tram”. Milano descritta nelle sue basiliche, nei parchi, nelle poche piazze, nei molti musei, negli impianti sportivi: Milano che ha anche un lago e una montagna (l’Idroscalo e il Monte Stella), per quanto artificiali. Una metropoli dalle estese, malinconiche ma a modo loro affascinanti periferie: Bovisa, Barona, Niguarda, Affori. Luoghi – ovunque, luoghi-non luoghi, li definisce il poeta, in cui “deliziarci di squallore”, ma dove lui respira ancora “un’aria di tranvieri e di nonno, di paste della festa e di messe ascoltate sulla porta…”. Soprattutto una Milano della gente, gente umile e sconosciuta come la sartina Ninin o il ladruncolo Carletto; ma anche di tantissimi personaggi illustri, che l’hanno amata e celebrata con la loro arte: da Leonardo a Stendhal, da Parini a Carlo Porta a Manzoni, dagli Scapigliati a Alberto Savinio, da Strehler ai tanti poeti contemporanei. Il più citato, Vittorio Sereni, e accanto a lui Raboni, Giudici, De Angelis, Lamarque: stranamente viene dimenticata Alda Merini, così come sono ridimensionati nella loro pittoresca artificiosità i suoi Navigli. La Milano più amata e raccontata dal poeta Cucchi ha “una bellezza che non aggredisce”, e che è quasi un dovere di tutti saper riscoprire.

IBS, 30 marzo 2011