CLAUDIO MAGRIS – MARIO VARGAS LLOSA,
LA LETTERATURA E’ LA MIA VENDETTA – MONDADORI, MILANO 2012

Questo volume è nato da una conversazione tra Claudio Magris e Mario Vargas Llosa tenutasi a Lima nel 2009, e poi riveduta per la pubblicazione mondadoriana del 2012.
Dialogano qui due maestri della letteratura mondiale, il primo con la lucida razionalità e la pacata saggezza che ritroviamo in tutti i suoi articoli sul Corriere, l’altro con una vena di più irruente ed estemporanea vivacità. Si confrontano su temi che spaziano dalla politica alla società, dalla narrativa all’etica alla scienza. Convergono entrambi sulla necessità di affrontare con tutti i mezzi possibili, e senza illogici isterismi, la tragedia universale dell’immigrazione clandestina e del divario economico tra paesi ricchi e sottosviluppati, mantenendo nel contempo -senza chiusure preconcette verso l’esterno- la specificità culturale di ogni nazione. Si dimostrano in sintonia anche nello sguardo disincantato e deluso rivolto verso i mestieranti della politica, spesso corrotta e corruttrice, miope e disancorata dai problemi concreti della popolazione, e tuttavia necessaria, necessitante dell’impegno generoso e costruttivo di ogni cittadino del mondo.
Ma ovviamente la parte più interessante del testo riguarda il rapporto che i due scrittori hanno con la letteratura, passione comune delle loro esistenze, a cui delegano la missione fondamentale di cambiare la realtà e l’animo umano.

Così Magris può affermare che la letteratura è rivolta contro l’ordine imposto da ogni potere ottuso e antidemocratico, quando è il grado di stimolare l’avventura della creazione fantastica, perché «le cose hanno una loro poesia non riducibile alla loro funzione e di questa poesia noi abbiamo bisogno». Quindi, «soltanto narrando questa indissolubile mescolanza di ordine e disordine, aspirazione alla verità e traviamento nell’errore, ragione e delirio, esigenza di giustizia e colpevole trasgressione, si può trovare il senso di quel caos che è la vita, pur senza negare il necessario e appassionato sforzo di darle un ordine».

Così gli fa eco Mario Vargas Llosa: «Siamo privi di riferimenti di fronte a quel caos che è la vita in cui siamo immersi, ed è per questo che esiste la cultura: per offrirci strumenti che ci consentano di trovare un ordine, di dare alla nostra vita una coerenza che… ci evita di vagare nella confusione e nelle tenebre. …Una società impregnata di letteratura è più difficile da manipolare da parte del potere, è più difficile da sottomettere e da ingannare, perché quell’inquietudine con la quale torniamo nel mondo dopo esserci confrontati con una grande opera letteraria crea cittadini critici, indipendenti e più liberi di quanti non vivono quell’esperienza».

 

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18 gennaio 2016