CLAIRE MESSUD, LA DONNA DEL MARTEDI’ – BOLLATI BORINGHIERI, TORINO 2015

Claire Messud (1966), scrittrice americana nota anche in Italia per il suo romanzo di successo “I figli dell’imperatore”, in questa sua più recente pubblicazione affronta il tema dell’emigrazione politica attraverso la vicenda (minima e banale a livello personale, tormentata e drammatica se letta con l’occhio della storia del ‘900) di una ragazza ucraina, Maria Poniatowski, costretta negli anni tragici del nazismo ad emigrare in Canada.

La donna del martedì si apre con poche righe che sembrano introdurre una situazione di misteriosa violenza: Maria, governante ormai anziana, si reca come fa regolarmente da più di quarant’anni ogni martedì alle 7,55 di mattina, nell’appartamento di Mrs. Ellington, una signora novantenne, semicieca e bisbetica, per accudirla nella cura personale e domestica.
Entrando scorge con terrore una striscia di sangue che dall’ingresso segna la parete fino alla camera da letto della padrona. La quale tuttavia non è morta, sgozzata da qualche ladro o energumeno introdottosi nottetempo, ma dorme placidamente tra due cuscini. Alle insistenze della governante, Mrs. Ellington confessa di essersi distrattamente tagliata un dito la sera prima, e di aver cercato tentoni la sua camera appoggiandosi al muro, e sporcandolo senza accorgersene. Chiusa questa parentesi introduttiva piuttosto inessenziale, il romanzo prosegue narrando la vita intera di Maria Poniatowski, dall’infanzia poverissima in Ucraina, con la sua numerosa famiglia contadina, fino all’invasione tedesca e alla deportazione in Germania (dapprima come bracciante, poi come operaia), quindi alla fuga e alla liberazione, conclusasi con l’incontro e il matrimonio con un giovane polacco (Lev). I due sposi si imbarcano verso il Canada, dove lentamente riescono a crearsi una vita dignitosa, lavorando e crescendo un figlio.

Claire Messud ci racconta la storia di un’esistenza come ce ne sono tante, senza particolari trasporti emotivi o approfondimenti psicologici, descrivendo le piccole sconfitte quotidiane della famigliola, ma anche i progressi economici: il figlio che si laurea, l’ostilità della nuora, la morte di Lev, e il lavoro di governante di Maria presso Mrs.Ellington. Lavoro che si concluderà quando la signora verrà ricoverata in una casa di riposo. “Aveva l’impressione che l’unica cosa da ignorare fosse la più evidente di tutte: la fine. Bisognava assolutamente evitare – Maria aveva mentito di rado in vita sua, e non le era piaciuto – di accordarle il posto che, in ogni caso, aveva già usurpato. Maria era circondata dalla fine”.

Una narrazione piana o forse piatta, questa di Claire Messud, che accompagna la sua protagonista attraverso la registrazione degli avvenimenti in discesa che la portano a concludere una vita silenziosa, grigia, rassegnata, in un ambiente che le rimane estraneo, come i sentimenti che lo animano. Non esattamente la “storia straordinaria” che ci prometteva la nota in quarta di copertina.

 

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www.sololibri.net/La-donna-del-martedi-Messud.html        27 ottobre 2016