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MAESTRI

CORTAZAR

INCARICO 

Non mi dar tregua, non perdonarmi mai.
Fustigami nel sangue, che ogni cosa crudele sia tu che ritorni.
Non mi lasciar dormire, non darmi pace!
Allora conquisterò il mio regno,
nascerò lentamente.
Non mi perdere come una musica facile, non essere carezza né guanto;
intagliami come una selce, disperami.
Conserva il tuo amore umano, il tuo sorriso, i tuoi capelli. Dalli pure.
Vieni da me con la tua collera secca, di fosforo e squame.
Grida. Vomitami arena nella bocca, rompimi le fauci.
Non mi importa ignorarti in pieno giorno,
sapere che tu giochi, faccia al sole e all’uomo.
Dividilo.

Io ti chiedo la crudele cerimonia del taglio,
ciò che nessuno ti chiede: le spine
fino all’osso. Strappami questa faccia infame,
obbligami a gridare finalmente il mio vero nome.

 

Julio Cortazar (1917-1987)

MAESTRI

DE GIOVANNI

L’APE MORTA

Un’ape morta
nell’acqua della grondaia.
Ehi, sorellina!

Sole di gennaio
e cielo azzurro
per l’ape morta
nell’acqua della grondaia.

***

IO POI

Io poi
quando sarete andati
e avrò sparecchiato
e lavato i piatti
e tolte le cicche
dai portaceneri–
mi sdraierò per terra
e guarderò dal basso
questo mondo inutile
ancora sporco di chiasso.

***

ENTRO NELLA TUA VITA

Entro nella tua vita
come si entra in una chiesa nei campi
semplice e disadorna.
Senza nulla cercare,
cautamente presente.

Luciano De Giovanni (1922-2002)

MAESTRI

DICKINSON

CONOSCO VITE

Conosco vite della cui mancanza
non soffrirei affatto –
di altre invece ogni attimo di assenza
mi sembrerebbe eterno.

Sono scarse di numero – queste ultime –
appena due in tutto –
le prime molto di piu’ di un orizzonte
di moscerini.

 

Emily Dickinson (1830-1886)

MAESTRI

ELIOT

HO DETTO ALLA MIA ANIMA

Ho detto alla mia anima di stare ferma e di aspettare
senza sperare. Perché sperare sarebbe
sperare la cosa sbagliata; di stare
ad aspettare senza amore.
Perché l’amore sarebbe amore per la cosa sbagliata;
ma resta ancora la fede.
Ma fede e amore e speranza sono tutte nell’attesa.
Aspetta senza pensare perché non sei pronto per pensare.
E allora l’oscurità sarà luce, e l’immobilità danza.

***

LA FIGLIA CHE PIANGE

                                                                      O quam te memorem virgo…

Fèrmati sul gradino più alto della scala –
Chìnati su un vaso del giardino –
Tessi, tessi i raggi del sole nei capelli –
Stringiti i fiori al petto con dolorosa sorpresa –
Gettali a terra e vòltati
Negli occhi il risentimento fuggitivo:
Ma tessi, tessi i raggi del sole nei capelli.

Così avrei voluto che lui si partisse,
Così avrei voluto che lei addolorata si fermasse,
Così sarebbe partito
Come l’anima parte dal corpo lacero e ferito,
Come la mente abbandona il corpo che ha usato.
Dovrei trovare
Un modo leggero e abile come nessun altro,
Un modo che entrambi dovremmo comprendere,
Semplice e privo di fede come un sorriso e una stretta di mano.

Lei si voltò, ma con il tempo autunnale
Spinse la mia immaginazione per molti giorni,
Molti giorni e molte ore:
I suoi capelli sulle sue braccia e le sue braccia piene di fiori.
E mi chiedo come sarebbero potuti essere insieme!
Avrei dovuto perdere una posa e un gesto.
Talvolta questi pensieri ancora meravigliano
Mezzanotti tormentate e la quiete del meriggio.

                                                                      Thomas Stearns Eliot (1888-1965)

 

MAESTRI

EVTUSENKO

TUTTO È ANCORA POSSIBILE SALVARE

Tutto le dicerie possono travolgere,
come un vento cattivo,
tutto è ancora possibile salvare,
se ad esse non crediamo.

Tutto è ancora possibile salvare.
Noi vivevamo insieme.
Tu non mi lasciare
in mani estranee a me.

Tutto è ancora possibile salvare.
Come sul ghiaccio tutto è sottile.
Tu fai la croce all’amore
come fosse un bambino.

Ci tentano le strade,
rischiose come vipere.
Tutto è ancora possibile salvare
se più intelligenti.

Non vendicarti con freddezza.
L’astio ci rovina.
Tutto è ancora possibile salvare,
entrambi vivi.

 

Evgenij A.Evtušenko (1933)

MAESTRI

FERLINGHETTI

IL MONDO È UN GRAN BEL POSTO PER NASCERCI

Il mondo è un gran bel posto per nascerci,
se non date importanza alla felicità
che non è sempre
tutto questo spasso
se non date importanza a una punta d’inferno
qua e là
proprio quando tutto va bene
perchè anche in paradiso
non è che cantino
tutti i momenti.
Il mondo è un gran bel posto
per nascerci
se non date importanza alla gente che muore
continuamente o è soltando affamata
per un pò
che in fondo poi fa male la metà
se non si tratta di voi.
Oh il mondo è un gran bel posto
per nascerci
se non vi state troppo a preoccupare
di qualche cervello morto
su ai posti di comando
o di una bomba o due
di tanto in tanto
contro le vostre facce voltate
o di simili contrattempi
cui va soggetta la nostra
società di Gran Marca
con i suoi uomini che si distinguono
e i suoi uomini che estinguono
e i suoi preti
e altri scherani
e con le varie segregazioni
e congressuali investigazioni
e altre costipazioni
che sono il retaggio
della nostra carne demente.
Si il mondo è il posto piu’ bello del mondo
per un sacco di cose come
fare la pantomima della farsa
e fare la pantomima dell’amore
e fare la pantomima della tristezza
e cantare in sordina d’amore e avere ispirazioni
e andare a zonzo
guardando tutto
e odorando fiori
toccando il culo alle statue
e persino pensando
e baciando la gente e
facendo figli portando pantaloni
e agitando cappelli e
ballando
e andando a bagnarsi nei fiumi
a fare dei pic-nic
in piena estate
o solo genericamente
«godendosi la vita»

ma poi proprio in mezzo a tutto quanto
arriva sorridente il
beccamorto.

 

Lawrence Ferlinghetti (1919-2021)

MAESTRI

FERRARIO DENNA

CI SONO GIORNI

Ci sono giorni che già sono stati,
giorni finiti, persi, abbandonati,
che vanno al nulla come corre un fiume
al mare aperto, dove annegherà.
Ci sono giorni, che confusamente
muoiono al nulla, dentro l’inazione,
simili ai sogni appena percepiti
di cui abbiamo – nel risveglio all’alba –
l’affanno d’ombra che ci spaventò.

 

Marisa Ferrario Denna (1945.2016)

MAESTRI

FOLLAIN

CANE CON GLI SCOLARI

Gli scolari per gioco spezzano il ghiaccio

in un sentiero

presso la ferrovia

hanno vestiti pesanti

di vecchia lana scura

e cinture di cuoio consumato

il cane che li segue

non ha una ciotola dove può mangiare

è vecchio

perché ha la loro età.

 

**

SEGNI PER VIAGGIATORI

Viaggiatori dei grandi spazi

quando vedrete una ragazza

che attorce nelle sue mani splendenti

un’immensa chioma nera

e quando inoltre

vedrete

accanto a un oscuro panificio

un cavallo che giace come morto

da questi segni riconoscerete

che state in mezzo agli uomini.

 

Jean Follain (1903-1971)

 

 

MAESTRI

FORTINI

LO STRANIERO BENEVOLO

Il sole arancione si posa sui fiori
di un piccolo giardino della mia patria. Qualcuno
abbrustolisce qualcosa al piano terra. E’ una sera
di sabato. Forse non ci saranno più guerre.
Così lungo i canali d’una città della Cina
dove con molta calma si chinano i salici, filano
carpe e all’odore di miele dei fiori d’ottobre
va fumo da teglie di corti e osterie,
sono tornato una sera nel popolo
quieto infinito nel polverio di scarlatto
e come ora qui, benevolo amico io straniero,
ho detto grande il mondo, invincibili gli uomini.

 

VICE VERIS

Mai una primavera come questa
È venuta sul mondo. Certo è un giorno
Da molto tempo a me promesso questo
Dove tutto il mio sguardo si fa eguale
Ai miei confini, riposando; e quanta
Calma giustizia nel pensiero è in fiore
Quanta limpida luce orna il colore
Delle ombre del mondo. Ora conosco
Perché mai degli inverni ove a fatica
Si levò questo esistere mio vivo
M’è rimasto quel nome, che mi scrivo
Su quest’aria d’aprile, o sola antica
E perduta e oltre il pianto sempre cara
Immagine d’amore mia compagna.

 

Franco Fortini (1917-1994)

MAESTRI

FRIED

SAREBBE PIÙ SEMPLICE

La vita
sarebbe
forse più semplice
se io
non ti avessi mai incontrata
Meno sconforto
ogni volta
che dobbiamo separarci
meno paura
della prossima separazione
e di quella che ancora verrà
E anche meno
di quella nostalgia impotente
che quando non ci sei
pretende l’impossibile
e subito
fra un istante
e che poi
giacché non è possibile
si sgomenta
e respira a fatica
La vita
sarebbe forse
più semplice
se io
non ti avessi incontrata
Soltanto non sarebbe
la mia vita

Erich Fried (1921-1988)