ANTONIO TABUCCHI, AUTOBIOGRAFIE ALTRUI – FELTRINELLI 2014

“La scrittura, a volte, è cieca. E, nella sua cecità, oracolare. Solo che la sua ‘previsione’ non riguarda il futuro, ma ciò che successe nel passato a noi o agli altri e che non avevamo capito che era successo e perché”. E poi: “Scrivere, scriversi: la questione è sempre la stessa, da millenni, da quando la letteratura comincia. Per parlare di sé bisogna cercare il sé che non c’è…”. E ancora: “…raccontare significa estrarre l’esistente dal non esistente, suggerire alla realtà ciò che essa deve fare”. Di nuovo: “La letteratura, con il suo potere di trasformare il reale in iper-reale, rendeva tutto quanto ancora più irreale di quanto non fosse sembrato a me. Mi rassegnai: forse la realtà è fantastica di per sé”. Infine: “…la letteratura sarà sempre uno specchio dove riconoscerti, se ti cerchi, o soprattutto se non hai altre uscite”. Questi saggi di Antonio Tabucchi sulla scrittura (sua, e altrui), ripubblicati da Feltrinelli dopo dieci anni dalla prima edizione, parlano di “verità e finzione, di epistolografia e di autobiografia, di diaristica, di memorialistica, del tempo e di molte altre cose”. Ma soprattutto indagano, con estrema acutezza ed eleganza di stile, il mistero della parola, quella detta e taciuta, pronunciata e ascoltata, letta e scritta: nel suo rapporto con la voce e la fisicità, negli incontri casuali e illuminanti, negli addii dell’amore e della morte. Tabucchi rileggeva e postillava i suoi romanzi più famosi, in questi articoli, li spiegava nel loro nascere talvolta imprevisto e irrazionale, e nel loro imporsi categorico alla sua coscienza di narratore. Rileggeva i sogni, reinterpretandoli alla luce di fatti che ancora dovevano accadere, ma certo vagavano in qualche piega del destino; recuperava immagini dei suoi defunti; si interrogava sulle aspettative di ignoti lettori. Con profondità e ironia cercava una definizione per queste sue “poetiche a posteriori tendenzialmente illogiche”, un senso che le giustificasse anche eticamente.

 

© Riproduzione riservata                                     «sololibri», 24 luglio 2017