LOUISA MAY ALCOTT, LA TEIERA DI MRS. PODGERS E ALTRE STORIE DI NATALE
GARZANTI, MILANO 2025
Mi chiedo se oggi le bambine e le adolescenti tra i sette e i dodici anni leggano ancora la quadrilogia di Louisa May Alcott: Piccole donne, Piccole donne crescono, Piccoli uomini, I ragazzi di Jo, un classico della letteratura dell’infanzia, presente in tutte le librerie delle famiglie con figlie femmine. Noi eravamo tre sorelle, e ci passavamo le storie di Meg, Jo, Beth e Amy litigando sulle loro affinità con i nostri caratteri. Io, sessant’anni fa (ma come è possibile sia passato tanto tempo, senza che in pratica me ne sia accorta?) non ho mai fatto segreto delle mie preferenze. Jo, ovviamente, era la più amata, per la sua indipendenza, l’insofferenza dei ruoli, il desiderio di avventura. E poi Beth, così dolce e mite da palesare subito il suo destino di soccombente. Le altre due protagoniste mi sembravano più scontate e tradizionali, prevedibili nei comportamenti, nei desideri, nelle scelte di vita.
Se le nostre adolescenti non leggono più le vicende della famiglia March, trovandole lontanissime dalla loro sensibilità e dal loro mondo, il cinema internazionale continua però a recuperare il capolavoro ottocentesco, riadattandolo con nuovi maquillage. Forse dipende dall’attrattiva che il nome della Alcott mantiene tuttora (con il suo bagaglio di buoni propositi, di affetti parentali, di sana educazione e di valori rispettati) se Garzanti ha quindi deciso di proporre nella sua collana economica I piccoli grandi libri una raccolta di tre racconti della scrittrice americana ambientati durante le feste natalizie: La teiera di Mrs. Podgers e altre storie di Natale.
Louisa May Alcott (1832-1888) – figlia di un filosofo trascendentalista e di una attivista politica che si batteva per i diritti degli schiavi di colore –, visse con le tre sorelle in una comunità agricola del Massachussetts, studiando privatamente sotto la guida di eccezionali maestri come Ralph Waldo Emerson, Nathaniel Hawthorne e Henry David Thoreau. Per aiutare economicamente la famiglia si adattò a lavori molto umili, scrivendo nel poco tempo libero e impegnandosi nelle lotte abolizioniste e del nascente femminismo. Il successo letterario arrivò con la pubblicazione di Piccole donne nel 1868, seguito dagli altri tre volumi della saga familiare, ben presto tradotti in molte lingue con un successo crescente di anno in anno.
Il volumetto garzantiano propone tre racconti: La teiera di Mrs. Podgers, Il Natale di Tilly, Che cosa può fare l’amore. Il primo, che dà il titolo al libro, ha come protagonista la vedova quarantenne di un uomo anziano, severo e taccagno, che le ha lasciato in eredità una casa confortevole, “in ordine, luminosa e calda”. Dopo la morte del loro figlioletto, vive con una domestica e un inquilino, Mr. Jerusalem Turner, dall’animo semplice e generoso, che lentamente riesce ad aprirle il cuore verso chi si trova nel bisogno, in particolare nei riguardi dei bambini abbandonati. Non solo Mrs. Podgers si lascia convincere ad accogliere presso di sé un orfano intirizzito e denutrito, ma allestisce per lui e i suoi piccoli amici una grande festa di Natale, con regali, dolci, canti e giochi per rendere quella giornata la più felice della loro triste esistenza. Verso sera, ritornata la calma e l’ordine nell’appartamento, il maturo inquilino rivela con parole tenere e appassionate il proprio amore alla vedova troppo rigida con se stessa, che finisce per cedere, mostrando maggiore indulgenza verso i propri simili. Sulla teiera d’argento che troneggia nel centro del tavolo è incisa la frase “Coloro che danno ai poveri prestano al Signore”, rivelatrice di una grande verità: “la carità, l’innocenza e la gioia sono le forti e dolci virtù che benedicono e abbelliscono il mondo”.
Se la fiaba di Louise Alcott può apparirci oggi edulcorata e volutamente edificante, dobbiamo contestualizzarla non solo nell’epoca in cui fu scritta, ma proprio nella disposizione pedagogica dell’autrice e nel suo carattere di partecipe generosità verso il genere umano. Anche gli altri due racconti si muovono sulla stessa linea di pensiero del primo: sempre attenti alle figure femminili, tanto accuratamente esplorate nella produzione letteraria della scrittrice americana. Il Natale di Tilly narra di tre compagne di scuola – Kate, Bessy e Tilly – che aspettano il Natale con umori diversi. Tilly è poverissima, sa che non potrà ricevere alcun regalo, né godere insieme alla mamma di un pranzo abbondante. Ma è l’unica delle tre a soccorrere un pettirosso ferito semicoperto dalla neve. Il suo gesto pietoso verrà insperabilmente ricompensato dalla munificenza di un ricco vicino, il quale regalerà a madre e figlia “una gran pila di legna da ardere pronta all’uso. C’era anche un gran fagotto e un cesto con un meraviglioso mazzo di rose d’inverno, di agrifoglio e di sempreverdi legati fra loro… e sui fiori c’era un bigliettino che diceva: «Per la ragazza che ama il suo prossimo come sé stessa»”.
In Che cosa può fare l’amore sono ancora quattro sorelline, orfane di padre, alle prese con le aspirazioni a un’esistenza più agiata economicamente e con il rammarico per la sconfortante indigenza che non concede loro di festeggiare il Natale come vorrebbero. Sarà di nuovo la benevolenza dei vicini, inaspettati angeli scesi dal cielo per portare serenità alle ragazzine, ingiustamente provate da molte avversità, a regalare loro la gioia di una festa lieta e rimunerante. Chissà, forse all’epoca di Louisa May Alcott i vicini non erano così lontani come adesso…
«La Poesia e lo Spirito», 6 dicembre 2025