LAWRENCE FERLINGHETTI, FOTOGRAFIE DEL MONDO PERDUTO – SUR. ROMA 2025
Con testo inglese a fronte, la casa editrice SUR pubblica per la prima volta in Italia Fotografie del mondo perduto, volume d’esordio di Lawrence Ferlinghetti, uscito a San Francisco nel 1955 in contemporanea alla nascita della casa editrice di culto City Lights da lui fondata e diretta, che ebbe il merito di tenere a battesimo la Beat generation. Tre gli esordi dell’autore, come giustamente Marco Cassini afferma nella sua interessante e vivace prefazione: come poeta, editore e artista di riconosciute origini italiane. Suo padre Carlo, emigrante bresciano, era stato registrato all’ arrivo negli Stati Uniti con il cognome di Ferling, e solo dopo la pubblicazione di Pictures of the Gone World, Larry Ferling assunse la nuova (o vecchia) identità di Lawrence Ferlinghetti. Cassini ne riscostruisce la tempestosa vicenda biografica, insieme a tutto il periodo che tra il 1950 e il 1960 vide una generazione di poeti e scrittori alternativi imporsi nel panorama contro-culturale degli States.
Nato a Yonkers nel 1919 e morto ultracentenario a San Francisco nel 2021, vissuto nell’infanzia tra l’America e l’Europa, il poeta aveva partecipato al D-Day in Normandia come capitano di un cacciasommergibili della Marina Militare degli Stati Uniti. Ottenuta una laurea alla Columbia University e un dottorato in letterature comparate alla Sorbona di Parigi, scelse di stabilirsi in California perché – a suo dire –attratto dalla qualità del vino rosso locale. Giornalista, pittore, traduttore, insegnante, la sua attività letteraria successiva venne decisa in base a incontri e avvenimenti accidentali: come l’acquisto della mitica libreria nella Columbus Avenue dopo un incontro casuale con il proprietario in cerca di soci, la decisione di ampliarla per farne un punto di readings e performance underground, la volontà di inventarsi creatore ed editore di poesia alternativa, lontana dai circuiti accademici, aperta a sperimentalismi e a voci provenienti “dalla strada”.
Ecco dunque le prime firme della collana tascabile Pocket Poets Series: Kenneth Patchen, Kenneth Rexroth, William Carlos Williams, a cui si affiancarono le voci giovani e sconosciute di Allen Ginsberg, Marie Ponsot, Denise Levertov e Gregory Corso. Nel 1956 il processo per oscenità per la raccolta Howl and Other Poems di Ginsberg regalò alla piccola casa editrice una fama inaspettata.
I ventisette testi compresi in Fotografie del mondo perduto (pubblicati in un’edizione di cinquecento esemplari fatta di fogli stampati con caratteri mobili e spillati al centro, nel formato tascabile di 15,5 per 12,5 centimetri), trovarono subito una nuova importante riedizione con i tipi di New Directions, che già nel 1958 curò il lancio del secondo libro di versi di Ferlinghetti, A Coney Island of the Mind, uno dei maggiori long seller di poesia del mondo, con oltre un milione di copie vendute. Le Fotografie compongono un album di istantanee che con la loro originalità di stile e contenuti hanno imposto sulla scena letteraria mondiale una voce originale e inconfondibile, capace di usare timbri molteplici, dall’elegiaco all’ironico, dal nostalgico al provocatorio, servendosi di disposizioni grafiche irregolari, di neologismi spiazzanti, e di riferimenti colti alla cultura e all’arte di tutti i tempi, dalla Bibbia a Picasso, da Dante a Yeats, da Rimbaud a Rilke. La prima composizione, molto famosa e antologizzata, giovanilmente fresca e impudica, inquadra una donna che sulla terrazza stende le lenzuola matrimoniali umide d’amore, bianche come sudari svolazzanti “verso il regno dei cieli”. La seconda è già più malinconicamente ironica, nel descrivere i difficili amori degli anziani che “hanno viaggiato sugli stessi / vecchi binari troppo a lungo”, e finiscono in una stazione-cimitero senza via d’uscita. Pazzamente visionaria e surrealista è poi la poesia che narra di un pittore molto felice di avere al posto della testa uno specchio, in cui possono riflettersi cose persone e animali concreti e mitologici, mentre cerca ovunque la sua Beatrice perduta, “ma con appena un tocco / di diabolico rossetto / proprio sulla punta / del suo stesso naso”. Quindi visioni caleidoscopiche e comicissime che radunano confusamente arabi e il Papa, pesci ipnotizzati e un Arlecchino nudo tra le bambinaie con le dita nel naso, ambasciatori e streghe, pompieri e orchestrine, Londra e Parigi.
Questi versi vogliono trasmettere significati particolari? Secondo Lawrence Ferlinghetti “Come un campo di girasoli, una poesia non andrebbe mai spiegata… Se una poesia deve essere spiegata, è un errore di comunicazione”.
«L’Indice dei Libri del Mese» n. XI. novembre 2025