MELANIA LONGO-ALESSANDRO SANNA, QUANTE STORIE PER UN QUADRO

TOPIPITTORI, MILANO 2023

Recentemente l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha raccomandato la visita ai musei e il godimento dell’arte come deterrente dalla depressione e dall’isolamento sociale, documentando scientificamente gli effetti positivi che tali attività culturali esercitano sulla salute mentale degli individui, intesi singolarmente e come collettività. Tale importante indicazione già da anni era stata percepita e anticipata da molte istituzioni educative e da organismi politici, che con successo hanno promosso e continuamente incentivato iniziative e corsi introduttivi all’arte, alla musica, alle scienze, rivolti a utenti di ogni età, con una particolare attenzione al pubblico giovanile.

Tra i tanti esempi è da citare quello della casa editrice Topipittori, che ha dato avvio a un progetto culturale inteso a incoraggiare la ricerca attiva, sperimentale, conoscitiva di bambini e adolescenti nel rapportarsi con il mondo dell’arte, attraverso la benemerita collana illustrata PIPPO (Piccola Pinacoteca Portatile), premiata dal Bologna Ragazzi Award nel 2013. In tale collana ha trovato spazio il volume Quante storie per un quadro, nato dalla collaborazione tra la scrittrice e pedagogista Melania Longo e l’illustratore Alessandro Sanna (colleghi e compagni nel lavoro e nella vita), che propone giochi d’invenzione intorno alle opere d’arte, introducendo i giovani lettori alla conoscenza e all’utilizzo intelligente, fantasioso e consapevole del Museo.

La parola “museo” deriva dal greco, e significa “luogo sacro alle Muse”, cioè alle divinità che proteggevano e favorivano la nascita e la crescita del sapere e della bellezza: un luogo che nei secoli ha suscitato rispetto, ma anche diffidente reverenza e timore.

Come Longo e Sanna provano a combattere l’impaurito imbarazzo con cui i visitatori entrano nelle sale silenziose di una pinacoteca? In prima battuta provocando la curiosità dei ragazzi cui si rivolgono, con una serie di domande sui quadri riprodotti nell’album, sui loro autori e sulle tecniche pittoriche usate, sui messaggi veicolati dalle immagini, sulle impressioni e fantasie che suscitano in chi le osserva. Secondariamente, invitando i lettori a cimentarsi in commenti scritti, in provocazioni ironiche, in esclamazioni di meraviglia e ammirazione, e addirittura nell’imitazione e riproduzione attiva dei quadri stessi. Come ci si deve porre davanti all’opera d’arte, quindi? Con gli occhi (osservando attentamente), con la mente (approfondendone la storia), con il cuore (entrando in contatto attraverso il sentimento).

I quadri riprodotti con amore e auto-ironia da Alessandro Sanna e commentati puntualmente da Melania Longo sono una decina, tutti di pittori famosi. Si va da Corot a Van Gogh, da Modigliani a Vermeer, da Hopper a Klee, con un accenno alla classicità attraverso la descrizione della Nike di Samotracia. Melania Longo “spiega” l’opera con frasi concise e di facile comprensione, offrendo notizie basilari sull’autore, con qualche stuzzicante curiosità biografica, e indicandone il soggetto, l’epoca, lo stile. Invita poi a prendere in considerazione le varie emozioni che suscita in chi la osserva, (i ricordi che smuove, la commozione o il fastidio che provoca), trascrivendo i propri giudizi o inventando nuove e diverse didascalie esplicative.

Alessandro Sanna ricrea a matita, a pastelli, a olio, ad acquarello i capolavori presentati: li copia, rispettandone l’autorevole valore ma mettendoci del suo, con originalità e talento. Copiare è importante, lo hanno fatto tutti i grandi pittori del mondo, attingendo idee e insegnamenti dai maestri che li hanno preceduti. Lo fanno musicisti, filosofi e scienziati, sulle spalle dei giganti per riuscire a guardare più avanti. Lo fanno i pittori dilettanti che occupano le stanze dei musei in tutte le città, cimentandosi in schizzi, abbozzi o riproduzioni accurate. Lo possono fare tutti i ragazzi di qualsiasi età, “provando e riprovando” (antico motto dell’Accademia del Cimento), imparando, divertendosi e finalmente prendendo dimestichezza con la serietà delle stanze museale, da percorrere senza soggezione e con stupita gratitudine per gli splendidi oggetti esposti.

«Sololibri», 9 dicembre 2025

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