ROSSELLA PANARESE, COMUNICAZIONE SCIENTIFICA – TRECCANI, TORINO 2021

L’e-book Comunicazione scientifica (dal prezzo inferiore a 1 euro) raccoglie quattro interventi di Rossella Panarese pubblicati nell’Appendice X dell’Enciclopedia Italiana Treccani. Rossella Panarese (Roma 1960-2021), entrata giovanissima in Rai come redattrice a Radio3, di questo canale è diventata un’autorevole, stimata e infaticabile curatrice e conduttrice, soprattutto di trasmissioni riguardanti vari rami della scienza: Palomar, Futura, On the road, Duemila, Labanof.

Dopo una parentesi professionale come responsabile dell’Ufficio stampa del Comune di Roma, nel 2002 è rientrata in Rai, progettando, curando e in seguito conducendo per diciotto anni il programma Radio3 Scienza (“Non volevamo spiegare cos’è un bosone o una cellula staminale, o almeno non solo. Volevamo parlare di politica, di etica, di salute, di tecnologia, di scuola, di ricerca e di ambiente partendo dai temi dell’impresa scientifica”). Impegnata anche nella didattica come insegante e conferenziera in diversi master, seminari, festival organizzati in varie località italiane, la sua morte avvenuta in aprile ha lasciato grande rimpianto tra i collaboratori e il pubblico radiofonico.

In piazza Bainsizza, vicino alla sede di Radio3 a Roma, le è stata dedicata una quercia rossa su cui è infissa una targa riportante le sue parole: “Saper raccontare vuol dire avere a cuore l’ascoltatore, farsi carico dell’attenzione dell’altro, creare un filo comune tra chi parla e chi ascolta. Insomma, costruire una relazione. È quello che la radio può fare meglio di tutti. A me piace usare la metafora del ballo di coppia, che è tale se – e solo se – ognuno dei ballerini è concentrato sui suoi passi, ma in contatto con quelli dell’altro”.

I sette brevissimi saggi compresi sotto il titolo Comunicazione scientifica vertono appunto sulla necessità di trasmettere la cultura, anche nei suoi aspetti più ostici, al maggior numero di persone possibile, in termini chiari, comprensibili, ma non ridimensionati o spianati artificiosamente ai fini di ottenere una facile audience. Come scrive Chiara Valerio nella prefazione, la scrittura di Panarese mantiene una “forma interlocutoria”, nel convincimento che qualsiasi argomentazione debba permettere e incoraggiare l’intervento attivo del fruitore della conoscenza, pretendendone tuttavia anche l’ascolto attento e curioso, in un processo reciproco di costruzione comunicativa.

La prima domanda che si pone l’autrice riguarda la definizione del pubblico di non-esperti cui si rivolge la comunicazione scientifica. Essendo sempre più diversificato per età e preparazione scolastica, ad esso devono essere offerte soluzioni narrative, educative e informative originali, stimolanti e, ovviamente, qualificate e rigorose, che tengano conto del contesto in cui avvengono e offrano la possibilità di creare relazioni interattive adeguate. Agli scienziati e ai ricercatori va chiesto di diffondere i risultati del loro lavoro uscendo dalla “torre d’avorio” del sapere specialistico in cui sono rinchiusi, per contribuire all’alfabetizzazione scientifica della popolazione, sconfiggendone lo scetticismo e il senso umiliante di inadeguatezza culturale. Se la scienza è sotto attacco per la carenza di fondi destinati alla ricerca, per competizioni interne, per il proliferare di fake news, falsi scoop giornalistici, pubblicità ingannevoli e commercializzazione di prodotti medici e industriali inefficaci o fraudolenti, spetta al mondo politico e mediatico la responsabilità di riportare chiarezza e trasparenza nella popolazione.

“A emergere è il tema della cittadinanza scientifica, ossia del diritto di ognuno di noi a partecipare alle scelte che derivano dall’impresa scientifica, e di condividere le opportunità derivanti dallo sviluppo delle scienze e della tecnologia”. Diritto dei cittadini a essere informati con competenza, dunque, cui corrisponde però il dovere di approfondire con serietà le proprie fonti e nozioni.

Su alcuni temi molto delicati la discussione tra scienziati e pubblico è molto sensibile: vaccini, OGM, medicina ufficiale, intelligenza artificiale. In particolare, con lo scoppio della pandemia di Covid-19, si è sviluppata un’enorme richiesta di partecipazione popolare al dibattito scientifico, alimentata da paura e sofferenza personale: si chiede alla scienza di rivestire il ruolo che le compete, di guida prudente ed esperta dei comportamenti individuali e collettivi.

 

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24 giugno 2021

 

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