AKUTAGAWA RYUNOSUKE, LA SCENA DELL’INFERNO E ALTRI RACCONTI

ATMOSPHERE, Roma 2015

 

Akutagawa Ryunosuke, nato a Tokyo nel 1892 e morto per overdose da barbiturici a trentacinque anni nel 1927, era stato adottato dopo la nascita da una nobile e colta famiglia di samurai, a causa di una grave malattia mentale della madre. Di salute cagionevole, ebbe un’esistenza tormentata da frequenti crisi psichiche, che segnarono profondamente anche la sua pur ricca produzione letteraria. Akutagawa fu uno strenuo oppositore del naturalismo che dominava la narrativa giapponese di inizio Novecento, preferendo attingere nei suoi scritti ai temi fiabeschi dell’antico Giappone, e a tradizioni popolari reinterpretate in chiave moderna. Dalle sue novelle e dai romanzi sono stati tratti film di Kurosawa, Sydney Lumet e Martin Ritt.
La casa editrice romana Atmosphere propone ai lettori una raccolta di sedici racconti di questo ormai classico autore nipponico, parzialmente presentati la scorsa estate nella rubrica di Radio3  Ad alta voce: introdotte da brevi prefazioni di alcuni giganti della letteratura giapponese (Mishima, Kawabata,Tanizaki), queste storie mantengono dopo quasi un secolo un loro fascino gentile, impregnate come sono di un’atmosfera elegante e incantata.
Si tratta appunto di storie assimilabili ad antiche favole, in cui appaiono personaggi truci e violenti (veri orchi del male, stregonesche femmine ossute, fantasmi dell’oltretomba), insieme a generosi cavalieri dall’animo nobile, a leggiadre ed eteree fanciulle, ad animali parlanti. Angeli e demoni, inferno e paradiso, castelli e oscure prigioni, templi buddisti e chiese cattoliche, foreste minacciose e laghetti idilliaci: nello scenario di un Giappone antico, medievale, popolato da samurai e geishe, monaci e assassini. In Akutagawa la colpa non è mai imperdonabile, il peccato trova sempre un suo riscatto, il lutto e il dolore vengono alleviati da insperate, spirituali consolazioni.
Un ancestrale cristianesimo (preti, miracoli, resurrezioni, rosari, inferno e paradiso) si fonde con il buddhismo più rasserenante, che tutto giustifica e perdona con lievità: la crudeltà dei gesti e dei pensieri di alcuni viene vendicata dalla magnanimità e finezza del compatimento di altri. «Anche quando gli uomini credono di aver vinto una tentazione, non hanno in realtà perso qualcosa?»

Come suggerisce nella postfazione il traduttore Alessandro Tardito, in Akutagawa troviamo “un atteggiamento privo di obblighi moralistici”, che vede la sua massima espressione nelle frasi conclusive dei racconti, stemperate da ogni categoricità, mai perentorie, pietosamente constatanti la complessità dell’esistenza e della natura umana.

 

© Riproduzione riservata      www.sololibri.net/La-scena-dell-inferno-e-altri.html         9 marzo 2016