Amedeo Anelli è nato a Santo Stefano Lodigiano nel 1956 ma, dallo stesso anno, resiede a Codogno. Si occupa di poesia, filosofia e critica d’arte, organizzando mostre e altre manifestazioni culturali. Ha pubblicato numerosi cataloghi e libri d’arte, opere di divulgazione, traduzioni e volumi di versi. Dirige la rivista semestrale internazionale di poesia e filosofia Kamen, collabora al quotidiano Il Cittadino.
Da quale realtà ambientale proviene, e in che modo tale realtà ha influenzato le sue scelte culturali? Qual è stato il suo percorso di studi?
Mio padre faceva il ferroviere. Ironicamente Le potrei dire che appartengo alla schiera dei poeti europei figli di ferrovieri (Salvatore Quasimodo, Margherita Rimi, Evgenij Evtušenko) e questo nel rapporto con il tema del viaggio e con la dura realtà del lavoro. I miei maestri appartengono in gran parte alla scuola banfiana di Milano: Ludovico Geymonat, Dino Formaggio e soprattutto per la slavistica Eridano Bazzarelli che seguì da subito le mie prime prove poetiche improntate, già dagli anni ’80, ad uno stretto legame coi saperi, polifoniche, polimetriche e intonative. Ho una formazione sia scientifica sia umanistica. Il tema del superamento della doppia cultura era molto sentito allora e quasi tutti i miei amici avevano una formazione completa.
Attualmente di cosa si occupa, sia a livello professionale, sia per ciò che riguarda la sua produzione letteraria?
Per vivere sono un docente. Fra i molti fronti in cui lavoro: sto scrivendo saggi sul problema del realismo, di una nuova concezione di realismo. Inoltre alcune monografie su pittori contemporanei. Per quanto riguarda il mio lavoro poetico sto approntando la mia seconda raccolta dedicata al tema del silenzio attivo. Inoltre ad uno scritto di metrica riguardante il concetto di polifonia in poesia, in uno speciale rapporto fra metrica e semantica.
Quali sono le sue pubblicazioni più recenti, e da quali poeti e filosofi (classici e moderni) ritiene di essere stato maggiormente influenzato?
E’ appena uscito dalla Libreria Ticinum Editore il mio volumetto Oltre il Novecento. Guido Oldani e il Realismo Terminale. Entro la fine dell’anno ne dovrebbero uscire altri sei, con due antologie in cui sono presente. I poeti su cui mi sono formato sono i russi primo-novecenteschi in particolare Vladimir Majakovskij, Boris Pasternak e Arsenij Tarkovskij (di cui è mia intenzione piano piano tradurre tutto). Per quanto riguarda i filosofi, soprattutto quelli di temperie fenomenologica a partire da Husserl, a Nikolai Hartmann ai miei maestri italiani.
Qual è il suo giudizio sulla poesia contemporanea italiana, quali sono i nomi che considera più rilevanti, e in che modo pensa si possa aiutare maggiormente a diffondere l’interesse per la poesia?
È appena iniziato dagli anni Novanta un lento rinnovamento della poesia europea di lingua italiana. La poesia italiana è in forte ritardo sulle poetiche europee e fortemente epigonale. Basti dire che i poeti italiani che ho accolto in Kamen in cinquanta numeri della rivista non raggiungono i venti. Mi interessano soprattutto i poeti con uno stretto rapporto con i saperi, il pensiero e l’etica e con un solido ancoramento al reale. I poeti che considero più rilevanti fra i viventi sono Guido Oldani, Margherita Rimi, Daniela Marcheschi, Lino Angiuli, Franco Loi, Nanni Cagnone, Sandro Boccardi (per citarne alcuni) e fra gli scomparsi di recente Pier Luigi Bacchini, Assunta Finiguerra e dei meno recenti Roberto Rebora, Rodolfo Quadrelli… insomma un altro Novecento ed altre tradizioni. Bisogna avere una visione della Letteratura. Su questo fronte mi sto adoperando con la rivista a livello internazionale anche per valorizzare i poeti italiani che secondo me valgono qualcosa. Sono poi un critico militante ed un autore con una propria poetica riconoscibile.
Considera maggiormente preponderante nella sua produzione l’attività critica o quella più creativa?
Per quanto detto sopra questa separazione non sussiste. Guai al poeta che non è almeno un disincantato critico di se stesso.
© Riproduzione riservata www.sololibri.net/Organizzare-cultura-Amedeo–Anelli.html 27 giugno 2016