BILL GATES-MASSIMO FRANCO, SONO UN OTTIMISTA GLOBALE

IL SAGGIATORE, MILANO 2017

Le sei fotografie poste a conclusione del volume-intervista che Massimo Franco dedica a Bill Gates sembrano voler confermare le veridicità del titolo, Sono un ottimista globale: tutte ritraggono infatti l’ultramiliardario sempre sorridente, già da quella segnaletica scattatagli dalla polizia nel 1977 per violazione del codice della strada, fino all’ultima che lo immortala mentre il presidente Obama gli cinge al collo la Medal of Freedom nel novembre dell’anno scorso.
Un vincente assoluto, il ceo di Microsoft, che ama definirsi “innovatore radicale” nel colloquio avuto mesi fa con il giornalista del Corriere all’hotel parigino Four Season: né imperatore né rivoluzionario, ma intellettuale organico della globalizzazione, capitalista filantropo, campione della positività. Massimo Franco, nell’introduzione che riassume e commenta puntualmente l’ora di conversazione tenuta con l’uomo più ricco del mondo (novanta miliardi di dollari di patrimonio), ci dà di lui una descrizione accurata ed empatica: di una semplicità disarmante, vestito senza ricercatezza, concentratissimo in ogni risposta, schematico e preciso nell’esporre con voce metallica le sue tesi, oscillante sulla sedia in un dondolio continuo, abitudine che pare appartenergli dalla prima infanzia.
Bill Gates è nato a Seattle nel 1955 da una facoltosa famiglia di avvocati, ha abbandonato ventenne gli studi di legge ad Harvard per creare una propria società di produzione di software per computer, la Microsoft, che in breve tempo è divenuta leader mondiale nel campo dell’informatica. Nel 1994 ha sposato la sua collaboratrice Melinda French, da cui ha avuto tre figli: con lei ha fondato nel 2000 un’associazione benefica che si occupa di aiutare le popolazioni più svantaggiate del mondo. Nell’intervista concessa a Franco ripercorre le tappe significative della sua vita e tratteggia la propria visione ottimista e propositiva del periodo che stiamo vivendo, sottolineando il dovere che tutti abbiamo di guardare al futuro in modo costruttivo e fiducioso. Secondo Gates, negli ultimi vent’anni l’umanità ha compiuto progressi giganteschi nel combattere povertà, fame, analfabetismo, malattie, sfruttamento e schiavitù anche nei paesi sottosviluppati, e deve continuare a coordinare capitali e talenti intellettuali per progredire ulteriormente in questo senso, aiutata proprio dalla diffusione capillare della cultura digitale. Nella sua visione utopistica del futuro, non saranno le guerre diffuse ma controllabili, né l’immigrazione selvaggia (che se organizzata può anzi costituire un incredibile vantaggio per le nazioni occidentali avanzate) a costituire un pericolo universale, quanto piuttosto l’imprevedibile e poco arginabile propagarsi di epidemie, di virus e infezioni letali. Proprio per combattere questo pericolo, l’imprenditore ha deciso di investire in beneficienza (attraverso la Bill & Melinda Gates Foundation e il Global Fund) il 95 % del suo patrimonio, con l’obiettivo di sconfiggere malattie quali l’AIDS, la malaria e la tubercolosi, attraverso infrastrutture sanitarie adeguate e una corretta educazione sanitaria. Solo accelerando l’innovazione tecnologica, incrementando le tecniche agricole, ottimizzando l’istruzione si possono arginare i flussi migratori verso l’Occidente e convincere singoli e famiglie non abbandonare il loro paese d’origine. Gates confessa a Massimo Franco di essere rimasto traumatizzato nel 1993, durante un viaggio in Africa Orientale, dalla visione dell’estrema povertà di quelle terre, e di avere deciso allora di volersi dedicare all’encomiabile scopo di aiutare il terzo e quarto mondo a uscire dal suo stato endemico di deprivazione: supportato in questa sua decisione non solo dalla moglie, dai collaboratori e da altri generosi magnati americani, ma anche dalla lettura di libri illuminanti come quelli dello psicologo Steven Pinker, o di economisti, scienziati e mental trainer. Cambiare in senso positivo il proprio approccio alla quotidianità, impegnarsi con disciplina a migliorare se stessi, sforzarsi razionalmente e con volontà di raggiungere mete sempre più ambiziose, aiuta ad arricchire non solo la nostra individualità, ma anche il mondo che ci circonda.

 

© Riproduzione riservata     
www.sololibri.net/Sono-un-ottimista-globale-Gates.html        18 aprile 2017