ALEJANDRO JODOROWSKY, LA GIOIA DI INVECCHIARE – FELTRINELLI, MILANO 2020 (ebook)

 Alejandro Jodorowsky, nato in Cile nel 1929, figlio di immigrati ebreo-ucraini, si è trasferito dal 1953 a Parigi, dove ha fondato con Fernando Arrabal e Roland Topor il movimento di teatro “panico”. Artista eclettico, Jodorowsky è stato direttore di teatro, autore di pantomime e pièce teatrali, di romanzi e libri di fumetti, ma anche di molti film di successo (Il paese incantato, El Topo, La montagna sacra e Santa sangre-Sangue santo).

In questo e-book pubblicato da Feltrinelli nella collana Zoom, La gioia di invecchiare, sono raccolte sei storielle, un racconto indù e una leggenda sufi, che con leggerezza e ironia cercano di esorcizzare la paura della decadenza fisica e spirituale, presentando personaggi molto anziani che rendono omaggio alla loro veneranda età con l’esibizione di una saggezza encomiabile, venata di gentile umorismo.

Pillole di assennato equilibrio che il protagonista dispensa a interlocutori vacui, sospettosi e pieni di pregiudizi, prendendoli amabilmente in giro per la loro supponente superficialità, e azzittendoli con l’evidenza della propria intelligente superiorità. Prendiamo ade esempio la terza di queste storielle:

“L’uomo più vecchio del mondo ha ammassato una immensa fortuna. Un giovane giornalista gli domanda: “Come è riuscito a guadagnarsela?”. “Mi sono arricchito vendendo piccioni viaggiatori.” “E quanti ne ha venduti?”. “Uno solo, ma è sempre tornato indietro”.

Jodorowsky così la commenta: “Nella storiella numero tre possiamo interpretare “una grande fortuna” come “un elevato livello di Coscienza”. Il vecchio ci insegna a ottenerla concentrando l’attenzione, le forze e la fede su di un unico scopo. Invece di scavare un centinaio di pozzi poco profondi, profondi, è meglio scavarne soltanto uno fino a raggiungere l’acqua nascosta”.

Stranamente, in questi apologhi al vecchio saggio si contrappone perlopiù un giovane giornalista, emblema forse di futile curiosità, oppure un’anziana e distinta signora, esempio di rigida compunzione, come nella sesta storia, che sprona alla positività: “Un vecchio va a prendere il nipotino a scuola. Una madre esce dall’edificio dicendo a suo figlio: “Bambino negligente, va’ a lavarti le mani! È orribile avere le mani così sporche!”. Il nonno dice al nipote: “Ragazzino, va’ a lavarti le mani: è bellissimo avere le mani pulite”.

Ci sono anche galanti riconoscimenti alla generosità femminile: “Hai due giumente. Una è la madre e l’altra è la figlia. Come fai a sapere qual è la madre e quale la figlia, se sono identiche?”. “Bisogna metterle davanti a un mucchio di fieno. La madre cede il cibo alla figlia”.

Le considerazioni finali di Alejandro Jodorowsky sulla terza-quarta e quinta età (l’autore ha ormai 91 anni) sono un appello alla moderazione, alla comprensione verso le debolezze umane, alla pazienza; e soprattutto un invito ad apprezzare ogni piccola gioia offerta dalla quotidianità, rinunciando alle seduzioni del potere, alle ambizioni inutili, ai progetti irrealizzabili, e accontentandosi di vivere in pace con se stessi e con gli altri, in una sorta di “santità civile” che è rispetto per l’ambiente naturale e umano, sapendo che “tutto succede su una scala più ampia di quella che viene percepita dall’ Io personale”.

 

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https://www.sololibri.net/La-gioia-di-invecchiare-Jodorowsky.html                16 maggio 2020

 

 

 

 

 

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