ERMES RONCHI, L’INFINITA PAZIENZA DI RICOMINCIARE – ROMENA, AREZZO 2016

Padre Ermes Ronchi è stato invitato dalla Fraternità di Romena a tenere un incontro sull’importanza del rinnovamento spirituale, e dal dialogo con la comunità è nato questo libriccino, intitolato L’infinita pazienza di ricominciare.
Due parole iniziali su cos’è Romena. Si tratta di una comunità ispirata dall’utopia del monaco Giovanni Vannucci e fondata nel 1991 da don Luigi Verdi, con l’intento di offrire uno spazio di relazione e meditazione a chiunque fosse alla ricerca di se stesso e di un rapporto più profondo con l’Altro e con gli altri.
È situata in un’antica pieve romanica in provincia di Arezzo, mette a disposizione degli ospiti una foresteria, una mensa e una sala convegni; organizza conferenze e dibattiti, e ha una propria casa editrice che pubblica testimonianze di vita e pensiero di credenti e non credenti interessati allo scavo interiore e alla ricerca di spiritualità.

Due parole anche su Padre Ermes Ronchi. Nato nel 1947 nella campagna friulana, in una terra contadina semplice e di intatta fede religiosa, sacerdote nel 1973, frate dei Servi di Maria, ha percorso fin da giovane strade di studio e lavoro non tradizionali, laureandosi alla Sorbona in Teologia e specializzandosi in antropologia e scienze religiose. Autore di numerose pubblicazioni, per cinque anni ha condotto la trasmissione Le ragioni della speranza su Rai Uno, e attualmente è priore del Convento di San Carlo e direttore del centro culturale Corsia dei Servi a Milano. In marzo è stato incaricato da Papa Francesco di condurre gli esercizi spirituali in Vaticano.
Nell’introduzione a questo volumetto viene definito dai prefatori “poeta della fede e della vita (…) tessitore di futuro”, e in effetti in queste poche pagine riesce a indurre il lettore a una riflessione positiva e carica di speranza sulle sue potenzialità inesplorate o soffocate dalle abitudini e dalle pigrizie quotidiane: “Vivere è l’infinita pazienza di ricominciare. E quando sbagli strada, ripartire da capo. E là dove ti eri seduto, rialzarti. Salpare a ogni alba verso isole intatte. Ma non per giorni che siano fotocopie di altri giorni, bensì per giorni risorti”

Non accontentarsi di essere, quindi, fotocopie sbiadite di se stessi o di ciò che ci impongono mode e ideologie, ma recuperare la propria unicità, costruendo il vivere giornaliero pazientemente, senza affrettata superficialità. Tre sono le parole d’ordine suggerite da Ermes Ronchi ai suoi lettori per ricominciare: vedere, fermarsi, toccare. Aprire gli occhi per guardarsi attorno, meravigliandosi di tutto; fermarsi a riflettere e a contemplare; toccare chi ci sta vicino, anche l’intoccabile. E abbracciare l’infinito, sentendosi parte creaturale dell’universo, e alimentando cuore e cervello quando li sentiamo disidratati, rinsecchiti. Non ridursi ad accettare la realtà per quello che è, ma sognare ciò che essa può diventare. Con questa importante raccomandazione: “Le cose esterne fanno rumore e danno fastidio, ma sono fuori, e soltanto io posso aprire la porta e dire a uno: sì, tu entra e occupa spazio in me, e a un altro invece: no, tu resta fuori, so che mi farai un po’ di male e graffierai sulla mia vita, ma tu non siederai sul trono del mio cuore”.

 

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www.sololibri.net/pazienza-ricominciare-Ronchi.html    5 agosto 2016