PAOLO ZANOTTI, L’ORIGINALE DI GIORGIA – PENDRAGON, BOLOGNA 2017

Paolo Zanotti (1971-2012) è stato scrittore, saggista, ricercatore, editor, docente universitario, insegnante di scrittura creativa. Giudicato dai critici una delle voci più significative e promettenti della sua generazione, ci ha lasciato due romanzi (Bambini bonzai e Il testamento Disney) e importanti contributi sulla narrativa d’avventura, sulla storia dell’omosessualità e sulla letteratura francese di fine Novecento.

L’originale di Giorgia riunisce tutta la produzione zanottiana di testi brevi, editi e inediti: undici racconti, un’intervista e un’auto-analisi del metodo di scrittura. Iniziando proprio dal commentare questi due ultimi contributi, possiamo rilevare quale fosse la consapevolezza dell’autore riguardo alla propria opera: «Quando scrivo provo a eliminare ogni picco, non solo in alto ma anche in basso», aspirando alla leggerezza di Calvino, all’ironia di Meneghello, alla visività colorata di Cortázar, suoi modelli dichiarati.Attraverso una scrittura pacata, quasi sorridente, lo sguardo del narratore inquadra la crudele realtà di un mondo disumanizzato, in cui gli esseri umani si trasformano arrendevolmente in “manichini”, in pupazzetti della Playmobil, in soldatini ossessivi che ubbidiscono alle leggi feroci del consumismo, allineati davanti alle casse dei supermercati, o spettatori inebetiti dalle televisioni e dai computer. Mentre la terra agonizza tra inquinamento e gas serra, invasa da masse migranti di affamati, Zanotti si affida alla fiaba e alla fantascienza, al sapere infantile e al folklore popolare, all’avventura picaresca e all’ecologismo, al fumetto e alla ghost-story, con un tocco di nostalgico romanticismo corretto da un gusto ironico del particolare macabro.

C’è in questo autore, purtroppo mancato prematuramente, il proposito di farsi empatico portavoce della memoria collettiva della generazione nata negli anni ’70, cresciuta con i cartoon di Candy Candy e di Eta Beta, pasciuta con «placido pane-burro-e-zucchero» in famiglie asfissianti e normalmente insoddisfatte, desiderosa di evadere con ribellioni eclatanti ma incapace di farlo: giovani disadattati nel presente e impauriti da un futuro minaccioso, rannicchiati nel rifiuto della postmodernità e proiettati verso un universo estraniante e alieno, da Star Wars e viaggi interplanetari. Nicola Barilli nell’introduzione parla di molteplicità di stili adottati e di pluralità di direzioni, anche se i nuclei tematici dei racconti si riducono sostanzialmente a tre, corrispondenti alle tre età dell’uomo: infanzia, giovinezza e maturità, con una dichiarata idiosincrasia per quest’ultima, colpevole di affondare sogni e illusioni, e di sottomettersi con eccessiva docilità ai riti del lavoro, del successo, del conformismo sociale.

Così, il «tempo-spugna dell’infanzia» viene recuperato nel suo alone magico di incanto, di paradiso perduto (la mamma insostituibile, il paesino, l’oratorio, gli animali, le nuvole, le bande scorrazzanti nel parco), ma anche di «inesorata still life», quando «non si capisce il mondo a cosa serva», in uno dei racconti più riusciti del volume, Ritorno. E l’adolescenza già si carica di turbamento e rabbia («Sì sì lo so che saremo sempre infelici comunque»), tra utopie ambientate in civiltà extraterrestri, cloni, astronavi e barriere di energia cosmica (Paesaggio con manichini) o realtà demoralizzanti di amori e amicizie tradite (L’originale di Giorgia, La cella geografica). Infine l’età adulta, menzognera e disperata, vissuta come un incubo (Going native, Io e Licia, Teologia da supermercato, Paese all’uscita dell’autostrada, Per costruire la casa dei miei sogni), da cui tentare continuamente di fuggire per poter ritrovare uno scampolo di autenticità. Riguardo allo stile adottato da Paolo Zanotti in queste prose brevi, è senz’altro da sottolineare la scelta incontestabile di una forma comunicativa lineare e fluida, vivacizzata da un lessico inventivo e da improvvise e inaspettate metafore (originali, eccentriche), a cui tuttavia l’autore non demanda il compito di disorientare il lettore con l’artificio della meraviglia, affidato invece al contenuto, sempre imprevedibilmente nuovo.

© Riproduzione riservata      https://www.sololibri.net/L-originale-di-Giorgia-Paolo-Zanotti.html         13 marzo 2018