ALESSANDRA CORBETTA, ESTATE CORSARA – PUNTOACAPO 2022, p. 100

Il libro di Alessandra Corbetta, Estate corsara, pubblicato da Puntoacapo, è scandito in tre sezioni, Prima Durante Dopo, che definiscono l’evolversi (o involversi) di un percorso sentimentale ed esistenziale lungo l’ascissa temporale di una ventina d’anni, vissuti dall’autrice all’insegna della nostalgia, ma in una costante crescita della consapevolezza di sé e del mondo.

Il capitolo iniziale inquadra un periodo situato tra l’adolescenza e la giovinezza, rivissuto nel ricordo di giornate rese più luminose dal filtro indulgente della memoria. Per quanto Alessandra sia ancora molto giovane (Erba, 1988), tuttavia gli anni che la separano dalle estati acerbe e vivaci del passato acquistano veridicità nel tono sospeso e leggero della narrazione, nei particolari recuperati con tenerezza e rimpianto. I mesi caldi di luglio e agosto (la spiaggia, gli ombrelloni blu, le fresche bevande al chiosco, occhi e sorrisi dei compagni, serate in gruppo al lunapark, addii immagonati alla stazione), si prestano come testimoni alle prime schermaglie amorose, nella tentazione di “fare quelle cose / da grandi” tra l’ascensore e le camere dell’hotel, “cose da poco / tutte però a perdifiato”.

Incastonata tra citazioni tratte dalle canzoni dei Baustelle e i versi di Umberto Fiori, la raccolta procede con Durante, sezione introdotta da una breve prosa esplicativa, a indicare la tattica comportamentale messa in atto per fronteggiare una sofferta esperienza del cuore: “spostare ai lati le pedine e prepararsi al grande scacco, trattenere tutta l’aria per fuggire”.

Questi versi appaiono sostanzialmente come una lunga e tormentata dichiarazione d’amore, in cui due persone affrontano un viaggio che le porta a scoprire non solo splendide città dell’Italia centrale, sfondo scenografico all’approfondimento del loro rapporto (“la voglia / di prendere insieme un gelato”), ma anche “l’agguato della vita”, che suggerisce la necessità di “cambiare il corso / riparare il guasto” per salvarsi. Il dialogo con l’altro si esplicita nell’uso di un “tu” che è desiderio di confessione e consolazione reciproca: “Non puoi immaginare quante cose / restano nascoste a dio”, “la paura di vedere che / è tutto precipizio”, “a chi come me non crede / che un luogo ci tenga / per sempre”, “Non volevo sapere e non l’ho saputo / quanto è veloce la parola addio, / come passa inosservata in mezzo a una gioia brevissima”.

L’inevitabile fine della relazione viene descritta in Dopo, a conclusione del volume. E qui Alessandra Corbetta prende coscienza che “Qualcosa è esploso, qualcosa ha distrutto tutto”. Le metafore usate per esprimere questa distruzione sono il silenzio, il “guardare la notte da un balcone di provincia”, il temporale, l’ombra, l’oscurità di un pozzo, la contaminazione e la putrefazione dovuta a batteri che proliferano, e continuamente treni che partono, si allontanano.

L’unica possibilità che resta è allora “scegliere di vivere”, riabbracciare la normale quotidianità (“Ed ecco farsi avanti nuovi giorni, / le tesi da correggere e le chiusure, / le notti, le ansie e le piogge”). Sebbene l’autrice sappia che “scrivere è una briciola di non-vissuto”, proprio la scrittura, la poesia, può offrire un’ancora cui aggrapparsi, per riappacificarsi con il dolore, ricostruendosi in un possibile futuro. E infatti Ricostruzione è il componimento che sigilla la raccolta, in cui la sconfitta e l’abbandono vengono riconosciuti non come fallimenti ma come possibilità di rinascita: “C’è da ricostruire il luogo / del patto che è stato / violato. E perdonare, l’estate. // … Chi resta vince. Chi resta sopravvive / e traduce la memoria. Chi scappa / dimentica la strada”.

 

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SoloLibri.net › Estate corsara di Alessandra Corbetta       13 aprile 2023