JOSEPH ROTH, LA TELA DEL RAGNO – PASSIGLI, FIRENZE 2020

Alla sua prima prova narrativa di grande respiro, rimasta incompiuta, Joseph Roth (1894-1939) seppe imprimere una forza descrittiva e insieme profetica, con stile asciutto e incisivo, di assoluto rilievo. La tela del ragno, apparso a puntate nel 1923 sull’ “Arbeiter-Zeitung“, è stato pubblicato per la prima volta in Italia nel 1975 da Bompiani, e ora viene riproposto dall’editore Passigli, insieme ad altri volumi dello scrittore austriaco. Si è parlato di quest’opera in termini di profezia, perché sembra preconizzare gli orrori e il fanatismo del nazismo, nella descrizione dell’atmosfera violenta e ottusa della Repubblica di Weimar, in cui si muovono personaggi ambiziosi e crudeli, pronti a qualsiasi abiezione pur di raggiungere e mantenere il potere.

Il protagonista è Theodor Lhose, giovane sottotenente dell’esercito tedesco durante la Prima Guerra Mondiale. Di origine modesta, umiliato sia nell’ambiente familiare sia in quello lavorativo, si prefigge di ottenere successo, ricchezza e gloria con ogni mezzo possibile, anche abdicando alla propria dignità di uomo. Lasciato l’esercito, che gli garantiva riconoscibilità e considerazione, Theodor si riduce a fare il precettore in una ricca famiglia ebrea, covando in sé sentimenti di rancorosa invidia nei confronti del padrone di casa, e di morbosa attrazione per la raffinata moglie di lui. Animato da “un’ambizione eternamente viva e tormentosa”, arriva a concedersi sessualmente alle personalità più in vista dell’esercito e del regno, entra a far parte di un’organizzazione segreta, cambia nome, ruba, uccide, tradisce amicizie e ideali, assecondando il suo delirio di onnipotenza: “Io infrango il tempo in cui sono prigioniero, il carcere buio di quest’esistenza, scuoto via l’opprimente giogo dei miei giorni e salgo, sfondo porte che sono state chiuse, io, Theodor Lohse, uomo in pericolo, ma un pericolo io stesso, ben più di un sottotenente, più di un vincitore sul cavallo che trotta in mezzo alla folla acclamante, io, forse il salvatore della patria. Di questi tempi solo chi osa vince”.

I personaggi di cui si circonda, (il Principe Heinrich, il detective Klitsche, il dottor Trebitsch, la spia russa Benjamin Lenz) sono, se possibile, ancora più abietti di lui: ma abilmente Theodor se ne serve, annodando fili invisibili, e costruendo la sua tela di ragno per irretire vittime predestinate. Comunisti ed ebrei, soprattutto, verso cui nutre un odio viscerale. Finge di partecipare a complotti e attentati per poi denunciare i congiurati, stringe false amicizie per introdursi in ambienti politicamente eversivi, scrive articoli e organizza conferenze vagheggiando di guidare un potente partito nazionalista e antisemita, piccolo e misero emulo del Führer. Messosi a capo di un gruppo armato di giovani fanatici, li guida in una strage di braccianti polacchi in sciopero, sempre con l’obiettivo esplicito di rendersi gradito al nascente regime nazista. Nel giro di pochi mesi riesce a diventare uomo di spicco del Reich, guida l’assalto al quartiere ebreo di Berlino, viene nominato capo della sicurezza nazionale. Si sposa con un matrimonio sfarzoso, si arricchisce, viene celebrato dalla folla e dalla stampa. Tuttavia, poiché il male alla lunga si condanna da solo, Theodor Lohse finisce preda della propria paranoia, circondato da nemici concreti e immaginari.

Il giudizio di Joseph Roth sul suo protagonista è severo e definitivo: “La via che seguiva scendeva pendii e traversava bassure… Theodor: l’essere vile e crudele, ottuso e insidioso, ambizioso e inadeguato, avido di denaro e volubile, l’uomo medio, empio, superbo e servile, il calpestato, l’inappagato…senza fede, senza fedeltà, assetato di sangue e limitato d’ingegno”, mediocre rappresentante della follia che stava invadendo l’Europa. L’ultima puntata del romanzo, rimasto incompiuto, fu pubblicata proprio due giorni prima del putsch di Monaco di Hitler, di cui profeticamente aveva raccontato la minacciosa preparazione.

 

© Riproduzione riservata      SoloLibri.net › La-tela-del-ragno-Roth      17 marzo 2021